Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Ambientato nella Nuova Francia nel 1634 (nel periodo di conflitti noto come Beaver Wars), il film inizia nell'insediamento che un giorno diventerà Quebec City. I missionari gesuiti stanno cercando di incoraggiare gli indiani algonchini locali ad abbracciare il cristianesimo, con risultati finora solo limitati. Samuel de Champlain, fondatore dell'insediamento, invia padre LaForgue, un giovane sacerdote gesuita, a fondare una missione cattolica in un lontano villaggio di Uroni. Con l'avvicinarsi dell'inverno, il viaggio sarà difficile e coprirà fino a 1500 miglia (2414 chilometri). LaForgue è accompagnato nel suo viaggio da un assistente non gesuita, Daniel, e da un gruppo di indiani Algonquin che Champlain ha incaricato di guidare il sacerdote fino a destinazione. Questo gruppo include Chomina, un viaggiatore anziano ed esperto che ha sogni chiaroveggenti, sua moglie, e Annuka, la loro figlia. Mentre viaggiano attraverso laghi e foreste, Daniel e Annuka si innamorano, con grande disagio del celibe LaForgue. Il gruppo incontra una banda di Montagnais (o Innu), indigeni che non hanno mai incontrato francesi prima. Lo sciamano Montagnais, Mestigoit, è sospettoso (e implicitamente geloso) dell'influenza di LaForgue sugli Algonchini. Lo accusa di essere un demone. Incoraggia Chomina e gli altri Algonchini ad abbandonare i due francesi e recarsi invece in un capanno di caccia invernale. Lo fanno, remando lontano dai francesi. LaForgue accetta il suo destino, ma Daniel è determinato a restare con Annuka e segue gli indiani mentre marciano attraverso la foresta. Quando un indiano cerca di sparare a Daniel, Chomina è consumata dal senso di colpa per aver tradito la fiducia di Champlain. Lui e alcuni altri membri della tribù Algonquin tornano con Daniel per cercare di trovare LaForgue.
Basato sull'omonimo libro di Brian Moore, qui sceneggiatore, questo dramma storico ha di estremamente positivo, una accuratissima ricostruzione della vita delle tribù indigene, ma per il resto demonizza la resistenza degli stessi, ha una trama abbastanza prevedibile, e scimmiottando Mission, non ne ha assolutamente la stessa travolgente forza epica.
Based on the book of the same name by Brian Moore, screenwriter here, this historical drama is extremely positive in the way as rebuilds accurately the life of the indigenous tribes, but otherwise demonizes their resistance, has a fairly predictable plot, and mimicking Mission, not it has absolutely the same overwhelming epic force.
Nessun commento:
Posta un commento