No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20230721

싸이보그지만 괜찮아 (Sono un cyborg ma va bene)

I'm a Cyborg, But That's OK - Di Park Chan-wook (2006)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)


Il film si svolge principalmente in un istituto psichiatrico pieno di un eclettico ventaglio di pazienti. Young-goon, una giovane donna che lavora in una fabbrica che costruisce radio e che crede di essere un cyborg, viene ricoverata dopo essersi tagliata il polso e averlo collegato con un cavo di alimentazione a una presa a muro nel tentativo di "ricaricarsi", un atto che viene interpretato come un tentativo di suicidio. La sua delusione è caratterizzata dal rifiuto di mangiare (lecca invece le batterie e tenta di somministrarsi scosse elettriche), conversare quasi esclusivamente con macchine ed elettrodomestici e ascoltare ossessivamente la sua radio a valvole di notte per istruzioni su come diventare un cyborg migliore. La sua apatica madre viene intervistata dal primario dell'istituto, per determinare le radici della psicosi di Young-goon; nonostante affermi di ignorare l'illusione di sua figlia (si apprende in seguito che lo sapeva ma era troppo impegnata per cercare aiuto), rivela che la nonna malata di mente di Young-goon era stata precedentemente istituzionalizzata per convinzione di essere un topo, un trauma che ha fatto si che Young-goon si allontanasse dalla realtà. Di conseguenza, fantastica spesso di trovare sua nonna e di vendicarsi degli "uomini in bianco" che l'hanno portata via.

Arrivando dopo la cosiddetta "trilogia della vendetta" (Sympathy for Mr. Vengeance, Oldboy e Lady Vengeance), questo film del maestro sud coreano può apparire spiazzante, ma segna senza dubbio la fine di un periodo "arrabbiato". A metà tra commedia romantica e film sulla malattia mentale, risulta estremamente divertente ma mai banale.

Coming after the so-called "Vengeance Trilogy" (Sympathy for Mr. Vengeance, Oldboy and Lady Vengeance), this film by the South Korean master may appear unsettling, but it undoubtedly marks the end of an "angry" period. Halfway between a romantic comedy and a film about mental illness, it is extremely funny but never boring.

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