Tartarughe sul dorso - di Stefano Pasetto 2005
Giudizio sintetico: si può vedere
Lui e lei giocano a Scarabeo in un parlatorio di un carcere. Lui e lei vivono e si sfiorano a Trieste. Lui ha un carattere irascibile e solitario. Lei è dolce e timida, finanche remissiva. Si conoscono da sempre, ma forse non lo sanno. Si incontreranno ancora, in circostanze dolorose. Chissà cosa c'è scritto nel loro destino.
E' un film molto particolare, questo debutto di Pasetto, e può risultare ostico per l'assenza di alcuni schemi. Ci sono, nella regia di Pasetto, alcuni rimandi a registi famosi, non ultimo l'Iñárritu dei montaggi cronologicamente (apparentemente) casuali, per cui la storia non risulta "lineare", i dialoghi sono ridotti al minimo, si lavora per sottrazione, spesso non si danno appigli allo spettatore. Ma questo suo essere fuori dagli schemi è positivo, e questa struggente, difficile, complicata storia d'amore forse senza speranza, di questi due individui complicati e dalle vite difficili, legata da alcuni simboli e vissuta con sullo sfondo una Trieste bella e fredda, operaia ma borghese, risulta interessante e senza dubbio, rilevante se si pensa a un debutto italiano.
Bravo il regista nella costruzione delle sequenze, alcune davvero notevoli e da ricordare, bravi i due protagonisti, Fabrizio Rongione, faccia asimmetrica, già visto più volte con i Dardenne (Rosetta, L'Enfant), e Barbora Bobulova, come sempre dolente e meravigliosa, anche con la parrucca.
Da segnalare agli amici per un ripescaggio intelligente.
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