No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20080718

fashion badu


Erykah Badu + Raffaele Spidalieri, 8 luglio 2008, Lucca, Piazza Napoleone (Lucca Summer Festival)






In alcuni momenti più di Lauryn Hill, mi piacciono le cose che fa Erykah Badu. Se Mrs Lauryn è ormai ferma da un tot, la Badu (accento sulla u) prosegue seppur lentamente il suo cammino sulla strada del nu soul; l'ultimo disco, dal titolo prolisso e complicatissimo [New AmErykah Part One (4th World War)], è molto funky, ma non convince fino in fondo. Finalmente riesco a vederla (anche se decido di rischiare, non comprando il biglietto fino alla sera stessa, ma l'affluenza di pubblico mi darà ragione) dal vivo (mi era sempre "sfuggita"), curiosamente, e qui continua il parallelismo, nella stessa piazza dove ho già visto due volte Mrs Lauryn. E per concludere, entrambe sono molto divas, entrambe estrose (è un modo di dire, spiegherò dopo) nell'abbigliamento, entrambe hanno enfatizzato le loro gravidanze.


E quindi eccoci qua in quel di Lucca, martedì sera estivo ventilato, solito itinerario, solito parcheggio, solito tragitto suggestivo a piedi entrando dentro le mura ben conservate. Sono senza biglietto, ma non tremo. Fila al botteghino: inesistente. Ci sono ancora i posti più pregiati (e più costosi), vada per quelli. Un caffè e si entra nella cornice di Piazza Napoleone, bella anche se meno di Piazza del Duomo a Pistoia (quella del Pistoia Blues e di altri concerti "sciolti", tipo Pearl Jam 2006), e pure di Piazza Santa Croce a Firenze, tanto per rimanere in Toscana e tanto per rimanere in tema di piazze dove si sono svolti concerti di una certa rilevanza. Il posto è in quarta, quinta fila, le hostess sono tutte carine. Fa un po' impressione la "transennatura" che delimita i settori, sembra di essere in un recinto. Comincio a guardarmi intorno, mentre sale sul palco il supporter, che è Raffaele Spidalieri e la sua band. Onesto lavoratore (in realtà è anche un neurologo) del cantautorato, propone i suoi pezzi in italiano spruzzandoli vagamente di jazz, nelle esecuzioni e nella voce non ci sono sbavature, il profilo è basso, la band quadrata, ma non mi coinvolge molto. Approfitto della luce solare per leggere un po', e guardarmi ancora intorno. Pare quasi che la Badu sia di moda, molte coppie e molto attente alla mise giusta, al tatuaggino/ione, all'acconciatura, insomma tutto quanto è fashion.


Prima di partire da casa, ho fatto in tempo a leggere l'articolo riferito al concerto di due giorni prima a Roma e sono proprio curioso. Un'ora di ritardo e ingresso dopo mezz'ora che la band suonava. Gente che fischiava. Vediamo un po'.


Alle 22,00 entra la band. Tastiere, batteria, basso, chitarra, percussioni (una specie di sosia di Seedorf), dj, flauto/cori, più tre coriste. Attaccano un intro e vanno avanti per quasi 10 minuti buoni. Eccola. Non altissima (però più di Lauryn Hill), ma maestosa. Bella. Trucco viola sugli occhi, 3 finti nei per parte sugli zigomi. Acconciatura afro con una specie di crocchia ovale che sfida la legge di gravità stando quasi perpendicolare alla sua testolina, una treccia a mezzaluna che le attraversa la fronte. Un bracciale rosso sul polso sinistro, che sembra più una collana, anelli vistosi sempre rossi su quella mano. Stivaletti con tacchi vertiginosi, neri se non sbaglio. E fin qui, potremmo anche dire "tutto bene". Il vestito, però, è qualcosa che mi fa pensare a quando una mia cara amica mi fece notare, in maniera esilarante, che in genere le donne nere famose si vestono veramente di merda. E in effetti, il vestito che indossa la divina Badu stasera è qualcosa di terrificante. Una specie di salopette che la rende informe, color tuta spaziale (argentata). Tra l'altro, troppo lunga, perchè passerà il concerto a tirarsi su i pantaloni che le si impigliano nei tacchi. Mentre mi chiedo il perchè (scoprirò poi che ne ha anche una versione rossa, vedi foto), il suo carisma ha già conquistato la piazza, seppur il concerto ancora sia freddino.

Si parte con 4 pezzi dal nuovo disco, AmErykahn Promise, The Healer, Me, piena di stop, sincopata al massimo, molto più dura che su disco, e My People, eseguita con un intro a base di un piccolo djambé in spalla alla Badu stessa, percosso con apposita bacchetta ricurva molto africana. Erykah ha un pc alla sua destra, con il quale fa partire gli stacchetti di intermezzo, e un campionatore alla sua sinistra. Sul tavolino dove è poggiato il pc, un thermos con forse una tisana, che sorseggia spesso tra un pezzo e l'altro con una tazzina.

Si inizia a guardare indietro, On & On e Appletree addirittura dal debutto Baduizm (1997), I Want You, Love Of My Life (An Ode To Hip Hop), Danger da World Wide Underground, e durante I Want You tutti intorno a me ballano, si alzano dalle sedie e si avvicinano al palco.

Capisco che il nu soul non è propriamente il mio genere, anche se ascoltarlo ogni tanto mi piace. E' un discorso molto semplice: dal vivo è un'altra cosa. Se sei abituato a certi standard, non ti esalti con un altro "tiro". E, in effetti, mi sento un po' spaesato. La maggior parte dei presenti si diverte e si esalta, io ancora sto aspettando che il concerto si scaldi.

Un discorsino molto ruffiano mette la luna e le bellezze del cielo, un luogo meraviglioso e Lucca sullo stesso piano, poi spiega un po' il significato del titolo del nuovo disco. Pare che 4 World War sarà un documentario, ovviamente ci sarà dentro un messaggio pacifista, e il problema dell'immigrazione, soprattutto dal Messico verso gli USA; dice che secondo lei, la Quarta Guerra Mondiale sarà tra noi, la gente, the people, e il potere, the power; racconta una scena in cui un soldato chiede scusa a una persona che poco prima ha minacciato, se ho capito bene. Parte quindi Soldier dall'ultimo disco, e a ruota la vecchia e bellissima Orange Moon. Piccola pausa. Grandi applausi.

Riappare in scena pochissimo dopo, non appare per niente bizzosa, piuttosto contenta della risposta calorosa del pubblico; si è tolta i tacchi, è scalza, si finisce con un'altra ventina di minuti abbondanti e diversi pezzi in una medley. Other Side Of The Game, Honey, dove lei accentua quel che fa di solito con la band, comandare la versione e i ritmi, che cambiano in continuazione, Bag Lady, un po' reggae, un po' funky, una campionatura di Black Ghost Blues di Lightning Hopkins, Time's A Wastin, Green Eyes, Master Teacher, fa spegnere le luci e chiede a tutti di illuminare la piazza con i cellulari, scende dal palco e passeggia lungo la transenna facendo cantare il pubblico col suo microfono, e prima di andarsene, lascia tutti con uno splendido invito a sorridere.

Dopo due ore e un quarto circa, mentre la meravigliosa Badu se n'è già andata, nonostante tutto la cosa più divertente è vedere le coriste che lasciano il palco ballando sulla base hip hop che rimane a scandire gli ultimi secondi di concerto.

Meravigliosa, lo ripeto, impeccabile perfino; sono contento di averla vista almeno una volta, ma di certo non rifarò il bis.

2 commenti:

LaValen ha detto...

io la adoro (almeno baduizm), come lauryn ... hanno qualcosa di ipnotico nella voce ... non credo che passeranno da buenos aires, così mi consolo con gli mp3 ...

jumbolo ha detto...

per il momento passo io da buenos aires, purtroppo non ho la stessa voce :))