La giornata comincia così
tenendo conto che avevo già spolverato un cappuccino, due fette di un dolce al cioccolato buonissimo, il bicchiere di succo di nonsocosa, mezza mela, qualche chicco d'uva sia bianca che nera, una fetta di pane con marmellata. Ho la netta sensazione di essere l'unico ospite dell'albergo. Ultima annotazione, il cameriere di stamattina, diverso da quello di ieri pomeriggio e da quello di ieri sera, è decisamente il più professionale e l'unico che parla inglese con una certa padronanza. Risalgo in camera per i bagagli, pago e parto. Stavolta attraverso Kavadarci, una cittadina che appare ridente, poi devio verso Negotino, ripercorrendo la strada di ieri. Imbocco nuovamente l'autostrada, direzione sud. Esco per una digressione a Demir Kapija, dove viene segnalata una bella gola. In effetti, attraverso il paesino (neppure 5000 abitanti), finiscono le case, un paio di capannoni, la strada da asfaltata diventa sterrata, e si comincia a vedere qualcosa. Da una parte il fiume, in mezzo la ferrovia, la strada imbocca una galleria di roccia accanto a quella, di cemento, per i binari. Si vede l'autostrada. Ovviamente, nessuno in vista, a parte gli operai che lavorano sull'autostrada stessa, lontani qualche centinaio di metri in linea d'aria.
Riprendo l'autostrada e continuo verso sud, in pratica verso il confine con la Grecia. Nei pressi di Udovo esco e prendo per Strumica. Siamo ai limiti della zona del vino, panorama ancora pianeggiante. Un passo indietro doveroso: ho l'ultimo giorno intero da passare in Macedonia, il volo di rientro è domani nel primissimo pomeriggio, e non essendoci niente di particolarmente interessante da vedere in questa zona centro-orientale, ho deciso di fare un lungo giro semplicemente per "vedere" più paesaggio possibile, arrivando quasi al confine con la Bulgaria. E quindi, Josifovo, Pirava, Valandovo, Rabrovo, ancora siamo in una zona pianeggiante e prettamente agricola, con Kosturino si inizia a salire leggermente, arrivo a Strumica, la oltrepasso, Dabilje, Petralinci, Hamzali, strade dritte e lunghe, carretti trainati da muli e lavoro dei campi, la strada ricomincia a salire e a curvarsi in tornanti, diventa sempre più spettacolare anche perché guardandosi indietro si vede tutta l'enorme vallata che ci si lascia alle spalle, sempre più vicini alla Bulgaria, Suvi Laki, si sale, poi nuovamente in piano, lambisco Berovo e me la lascio sulla destra, Smojmirovo, Machevo, Budinarci, Mitrasinci, Laki, baite e villaggi spersi nel nulla, ambiente verde tipo questo, seppure inondato di luce.
Si scende nuovamente. Passo Vinica e mi preparo a fare una foto del cartello della prossima cittadina, che attraverso e trovo brulicante di studenti. Non scrivo il nome, lascio che lo leggiate dalla foto, sicuramente qualche fan di Vinicio Capossela capirà il perché.
Punto verso Stip, e la strada ritrova la pianura.
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