No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20131009

Macedonia - Settembre 2013 (4)

So che non ci crederete mai, ma in mezzo a questi due giorni d'ozio e lusso, ho la prima di quelle che definisco catarsi da viaggio. Lasciate che ve la racconti non brevemente. 
Si sarà sicuramente capito, ma sono un tipo che, invecchiando, da una parte è diventato molto programmatore, probabilmente a causa del lavoro che svolgo, e dall'altra perfino un poco autistico, nel senso che penso un sacco alle cose, anche le più stupide, probabilmente perché non ho una famiglia mia, e ho un sacco di tempo libero nella mia testa. Quindi. La spa dell'albergo, con annessa piscina, apre alle 10; voglio fare una bella nuotata, come faccio quando sono a casa (una mezz'ora al giorno), per cui devo mangiare almeno tre ore prima. Mi alzo alle 7,00 per fare colazione. Cerco di non esagerare (non riuscendoci), torno in camera per farmi barba e capelli (mi rado ogni giorno; le punte bianche dei peli e dei capelli mi invecchiano terribilmente. Non mi rado solo d'inverno, il sabato e la domenica, quando non esco di casa quasi per niente). La giornata si presenta così, anche se le previsioni che avevo visto davano pioggia domani e dopodomani. Ma non pioverà nemmeno oggi.
Che faccio fino alle 10? Leggo, guardo la tele, mi faccio un bagno, una passeggiata? Potrei andare a Galicnik, 15 km dal bivio, da qui saranno un poco più di 20 km. Sono più delle 8 ormai. Andiamo. Anzi, vado. A questo punto, lasciate che vi presenti la mia compagna di viaggio: una Fiat Linea. Mai vista prima (in realtà, è la Grande Punto a tre volumi). Infatti, come dicono quelli che se ne intendono, è una World car. Diesel, non so di quale cilindrata sia il motore ma si guida davvero bene, e sulle salite non stenta.
Insomma, si parte. Il quarto (nel senso di un quarto, frazione) di giro del lago, fino al bivio, è più lungo di quanto ricordassi. Poi arrivo al bivio. Strada praticamente di montagna, tornanti stretti, molto verde ai lati. Non c'è nessuno in giro. Qualche chilometro, e i tornanti finiscono, la strada si impiana, quasi, siamo su una sorta di altipiano. Avanzo, e pian piano, i panorami che si svelano davanti a me, mi rivelano quella catarsi di cui vi parlavo prima. Ad un certo punto, non mi importa più assolutamente niente di Galicnik, anzi, vorrei che questa strada non finisse mai (ma alle 10 voglio essere in piscina!). Incrocio un piccolo bus che fa scendere una decina di persone, pastori. Saluto. In mezzo di strada, decine di cani che dormono, o che si stanno svegliando lentamente. Rallento, li guardo, mi guardano. Riprendo. Decido di non scattare foto, le farò al ritorno. Mi voglio godere la strada e la guida. Arrivo al paese, si carino, ok, c'è pure un bel panorama. Ma è quasi meglio la strada. Torno indietro e mi fermo spesso, per scattare quelle che spero renderanno un minimo di giustizia a questo cammino (in senso figurato, of course). Alle 10 sono in piscina, nuoto un bel po', poi bagno turco, pranzo, tv, lettura, cena. La vacanza slow. Ma quella strada è difficile da dimenticare. Quelle nuvole basse. Giudicate da soli.

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