Scendo lungo il sentiero alberato, sempre indicato dalla Lonely, non prima di aver comprato una bottiglia di voda (acqua) ad un chiosco fuori dalla fortezza. Dovrei arrivare alla chiesa di Sveti Pantelejmon, quella che ho fotografato prima dalle mura, il sentiero non è chiaro, ma incrocio ancora una volta la moretta che sta tornando indietro. Ci risalutiamo, le chiedo se c'è qualcosa da vedere, lei mi risponde "una chiesa, ingresso a pagamento". E piuttosto americana, nell'accento. Proseguo, e arrivo al sito di Plaosnik, che in pratica circonda la chiesa. Un cantiere a cielo aperto, mentre la chiesa è restaurata fin troppo bene. Interessante. Continuo a scendere, il promontorio alberato a picco sul mare e la bella giornata rendono il tutto bellissimo, ma mi accorgo che quel sentiero non porta da nessuna parte, se non in un posto appartato diciamo da innamorati. Torno sui miei passi, arrivo alla chiesa di Sveti Jovan Kaneo, giusto sopra la splendida spiaggia a ciottoli di Kaneo. C'è perfino un tizio che fa il bagno. Scendo lungo i vicoli della cittadina, e sbuco giusto dietro l'ennesima chiesa, quella di Sveta Sofija: francamente, ne ho abbastanza di chiese. Proseguo su ul Car Samoil, un po' la via principale della città vecchia, dove si trovano altre due chiese, Sveti Bogorodica Bolnicka e Sveti Nikola Bolnicki, poi mi immetto su ul Sveti Kliment Ohridski (cominciate a capire il macedone pure voi, vero?), la via dello struscio, torno indietro su Bulevar Makedonski Prosvetiteli, parallelo all'altra ma non pedonale, e mi fermo ad un minimarket perché penso di aver bisogno di comprare qualcosa, ma in realtà mica è vero, voglio solo dare un'occhiata. Prendo un pacco di fazzoletti umidificati, anche se devo dire che non è un impresa semplice distinguerli dagli assorbenti (con le scritte in macedone). Costeggio il lago, vicino alle imbarcazioni ci sono i cigni. Rientro in albergo, un po' di tele, una doccia, ed esco per la cena. Naturalmente, a letto presto, ma prima fumo una sigaretta sul terrazzino vista lago, lavo una maglia, un paio di calzini e una mutanda, guardo un po' di calcio e leggo un po'.
La mattina seguente dopo colazione (avanza una banana, un panino, due fette di formaggio e due di affettato, che mi preparo tipo lunch box, non si sa mai) vado a prendere l'auto e mi lancio nel giro del lago. Mi dirigo verso la frontiera albanese, stavolta dal lato opposto. Passo Sveti Stefan, Dolno Konjsko, Lagadin, Pescani (tutti piccoli villaggi sul lago, molto turistici), a Trpejca mi confondo un po', mi fermo davanti ad un cartello che ha una mappa del Parco Nazionale Galichica, e mentre son lì che lo consulto passa a piedi un signore anziano che mi chiede se sto cercando Sveti Naum (lo capisco dopo, ripensandoci) e mi fa segno di proseguire sempre dritto. Lo ringrazio, ma mi segno mentalmente che dopo poche centinaia di metri c'è il bivio che porta all'altro lago. La strada si inerpica, sale, poi scende di nuovo, arrivo a Ljubanishta, e dopo pochissimo trovo un bivio, da una parte si va in Albania, dall'altra al monastero.
Vado per il monastero di Sveti Naum, parcheggio, percorro a piedi una strada pedonale lungo la quale c'è molta attività: stanno aprendo tutte le bancarelle di souvenir, bibite, è ancora presto ma qui tra poco ci sarà tanta gente, mi sa. Lungo la strada, un ponticello e sulla sinistra un laghetto, sulla destra il lago. Un cartello dice che sono le sorgenti del Drini Nero. In pratica, le sorgenti del lago, che poi genera questo fiume. L'acqua, come quella del lago, è davvero impressionante da quanto è trasparente.
Arrivo all'ingresso di un fabbricato che dovrebbe essere il monastero, ma mi rendo conto che è un hotel, e fuori ci sono delle casse che buttano fuori dell'orrenda musica dance, o vagamente tale. Giro intorno alla costruzione, mentre mi rendo conto che in giro è pieno di pavoni.
Il monastero è tenuto benissimo, confinante con la tenuta c'è un avamposto militare, le indicazioni non sono chiare e rischio di entrarci. A parte l'avamposto, tutto molto turistico, però il luogo è spettacolare. Mi godo il panorama e la giornata, ancora una volta splendida, e qualche scoiattolo che scorrazza in giro.
Dai, non ve la prendete, non stava fermo un attimo. Torno indietro, mi rimetto in auto, e decido che, anche se la frontiera è vicina, non la passo: torno indietro fino al bivio, e dopo Ljubanishta, prima di Trpejca, inizio a salire verso l'altro lago. La strada è di quelle che incantano. Inutile dirvi che c'è davvero poco traffico. Qualche istantanea.
Tornanti, paesaggi di montagna, il picco, e poi, ad un certo punto...
si "scollina", ed ecco l'altro lago, il lago di Prespa, questo addirittura diviso tra Macedonia, Albania e Grecia. La giornata è appena cominciata, e c'è molto ancora da vedere.
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