Sulle strade della Macedonia
Diciamolo: è dal momento in cui ho scattato questa foto
che volevo scrivere un titolo che avesse un'assonanza con quello della serie tv degli anni '70. Dopo aver ripercorso, in senso contrario, la strada che da Ohrid va Bitola, una prima parte quasi di montagna, una seconda ampia e con saliscendi tutto sommato dolci, dopo Bitola tutto diventa piatto e le montagne rimangono ai lati. La giornata è ancora una volta bellissima, calda, soleggiata senza una nuvola, e guidare per queste strade poco battute è facile e bello. Siamo al mercoledì mattina, sono passati ormai cinque giorni, le cose più belle sono andate, credo, tra due giorni tornerò in Italia, e, visto il percorso che ho deciso di seguire, è come se stessi tornando al punto di partenza, essendo "in parabola discendente". Non c'è tristezza bensì allegria, e il paesaggio aumenta il buonumore, come la musica nell'autoradio.
Come dite? La cena di ieri sera? Beh certo, so che devo raccontarvi qualcosa, ma volevo tenervi un po' sulla corda. E' andata bene. La ragazza è californiana di L.A., e la cosa che mi ricorderò sempre è che parlandoci per un paio d'ore, mi sono reso conto che le donne di L.A. parlano veramente così come vediamo nei film e nei telefilm, con quella stessa cadenza che fa sembrare ogni loro frase, anche affermativa, una domanda, non so se avete presente. Per averlo presente, guardatevi (The) Bling Ring rigorosamente in originale, ed ascoltate come parla Emma Watson nei panni di Nicki Moore: l'inglesina ex Hermione è spettacolare nel clonare l'accento losangelino. Carina, meno di trent'anni, era di passaggio dalla Grecia verso Tirana, da dove, l'indomani, avrebbe preso un aereo per l'Italia, dove si sarebbe incontrata di nuovo col suo boyfriend statunitense di origini italiane, per passare qualche giorno a Venezia, Firenze, Roma, Cinque Terre. Venivano entrambi da quasi quattro mesi in giro per il mondo, ed erano stati al matrimonio di una loro amica che si era sposata in Grecia. Lei voleva vedere la Macedonia, lui no, quindi si sono "divisi" per alcuni giorni. A lei, genitori di origine tedesca, era morto il padre pochi mesi prima; ereditata una casa assieme al fratello, l'avevano venduta facendo un po' di soldi, poi lei, stanca del suo lavoro, lo aveva lasciato e si era messa a girare un po' il mondo con il fidanzato, anche lui in "pausa". Al ritorno, sarebbero ripartiti insieme per costruirsi una nuova vita. Abbiamo parlato di tutto e di niente, ed è stata una serata piacevole. Al termine, un abbraccio e uno scambio di indirizzi email. Un'altra cosa che non dimenticherò facilmente, sarà la sua faccia quando mi ha chiesto "Why aren't you married?" e io le ho risposto "Actually? I don't know!".
Oggi, invece, siamo qui.
La strada scorre che è un piacere, come avrete capito, l'auto gira alla perfezione, l'umore è alto. E non è affatto finita. Passato Prilep, cittadina abbastanza grande dove, con una rapida occhiata, mi accorgo che anche qui i Rom vivono ai margini (insediamento lontanissimo dal centro, sulle pendici dei monti circostanti, in baracche al di là dell'autostrada), la strada cambia completamente e diventa si tutta curve, ma rimane per un primo tratto ampia. I panorami sono ancora una volta molto belli, è un piacere. Poi, altri chilometri dopo, si scende pian piano verso la zona vinicola, ci si avvicina a Kavadarci. Decido però di non puntare immediatamente lì, e di proseguire fino all'autostrada europea E75, che naturalmente qui in Macedonia è stata rinominata Autostrada Alessandro il Macedone, secondo me tanto per rompere i coglioni ai greci (la strada "arriva" dalla Serbia e prosegue per Atene ecc.), percorrerne un tratto breve verso sud per arrivare al sito archeologico di Stobi. E devo dire che ne è valsa la pena: molto meglio di Heraclea, vista ieri, il sito e gli scavi di Stobi si estendono per un tratto ampio, vicinissimo all'autostrada, e mostrano un insediamento veramente complesso. Pago l'ingresso ad una simpatica addetta che mi consegna un opuscolo/guida, chissà perché in francese, e seguo minuziosamente i percorsi indicati, ammirando l'immancabile anfiteatro, l'imponente basilica, le terme, le vie, le varie case. Allargo il giro seguendo le indicazioni per la "casa romana", e dopo un po' mi viene incontro una ragazza che poco prima avevo intravisto china su alcuni scavi; mi spiega che non c'è niente, andando avanti di lì, non prima di avermi domandato in quale lingua potevamo capirci (english!). Le spiego che stavo seguendo le indicazioni per la casa romana, e lei a sua volta mi spiega, molto cortesemente, che la casa non è "presentabile", una piena l'ha sommersa qualche tempo fa, e non ci sono i fondi per rimetterla in condizioni di essere visitata. Le riferisco la lamentela del custode di Heraclea, faccio un rapido paragone con i siti archeologici italiani, e le dico che questo sito è veramente bello, interessante, e ben tenuto. Lei ringrazia, ci salutiamo. Mentre torno verso l'uscita penso che avrei potuto invitare a cena anche lei e mi metto a ridere da solo. Incrocio un gruppo di visitatori che indossano degli ampi cappelli di paglia a falda larga, e gli rivolgo un "Very good idea" indicando i cappelli. Diciamo che sarà l'una, e il primo albero che riesco a vedere dista diverse centinaia di metri. Esco salutando la bigliettaia, e mi rimetto in auto.
Rientro in autostrada, direzione sud, dopo pochi chilometri esco a Negotino, la attraverso verso l'interno, la strada poi esce dalla cittadina abbastanza grande ed attraversa vigneti, si formano code dietro ai trattori. Arrivo a Kavadarci e cerco di capirci qualcosa; devo andare verso sud e trovare Vatasa, una periferia della stessa Kavadarci, e poi proseguire su una strada che va verso il nulla. E' lì che ho prenotato l'albergo. Mi perdo, infilandomi in una strada pavimentata come un marciapiede, chiedo dell'albergo a due muratori, poi a due ragazze che stanno stendendo un tappeto, ma è difficile quando non si ha una lingua di scambio, però alla fine ce la faccio. Riconosco l'albergo a malapena, dalle foto della facciata (non c'è un'insegna, solo una piccola targa illeggibile dalla strada). Il pomeriggio è iniziato da un po'. Mi installo, e mi ricordo di avere una certa fame. Sul retro dell'albergo c'è una piscinetta ma soprattutto una rumorosissima piccola cascata artificiale creata dal fiumiciattolo che scorre esattamente lì dietro, gente che beve e conversa. Mi siedo e ordino un quartino di vino locale e un formaggio ugualmente locale, che somiglia molto alla feta greca. Il vino lascia alquanto a desiderare, ma mangiucchio e sorseggio mentre termino il bel libro che ho iniziato venerdì sera poco dopo l'arrivo in Macedonia e ne inizio un altro. Alla fine del formaggio e del vino, mi rendo conto di essere abbastanza ubriaco, e fumarci una sigaretta rende il tutto alquanto più confuso. Mi ritiro nella mia stanza, continuo a leggere e sonnecchio fino all'ora che ritengo essere corretta per cenare; scendo e ai tavoli c'è solo una coppia che scopro essere personale dell'albergo. Ceno, tutto piuttosto buono, atmosfera silenziosa a parte la cascata, ringrazio e salgo di nuovo in camera, termino il libro iniziato nel pomeriggio, scopro che le camere sono un po' pretenziose, relativamente nuove ma hanno grossi difetti (allago il bagno facendo la doccia). Prendo la cartina e programmo il percorso di domani. Sogni d'oro.
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