Le luci nelle case degli altri - di Chiara Gamberale (2010)
Roma, quartiere popolare di Poggio Ameno. Il condominio situato in via Grotta Perfetta al 315 è amministrato da Maria, una non più giovane ma intrigante single, che ha il potere di "infettare" tutti quelli che la conoscono, ivi compresi gli inquilini del condominio in questione, con la sua vitalità ed allegria, e che riesce a trasformare ogni riunione condominiale in una seduta di analisi collettiva. Il palazzo è abitato da un'umanità variegata, che apparentemente si integra alla perfezione: c'è la zitella del primo piano, la coppia sposata con figlio piccolo del secondo piano, la coppia gay del terzo, la coppia etero con cane del quarto, la famiglia benestante, con capofamiglia imprenditore di successo e due figli adolescenti al quinto. Tutti stravedono per Maria e per la sua piccola di sei anni, Mandorla. Ma una mattina di un qualunque martedì di metà dicembre, Maria muore improvvisamente in un incidente col motorino. E la piccola Mandorla è sola al mondo.
Nella riunione di condominio improvvisata per decidere del funerale, la piccola Mandorla estrae una lettera lasciatale dalla madre. In questa lettera c'è svelata una verità che costringe tutti i condomini a prendere una decisione assolutamente fuori dagli schemi, per non sconvolgere le loro vite, ma che sconvolgerà per sempre quella di Mandorla.
Un tam-tam mediatico imponente mi ha convinto a leggere il libro in questione, oltre ad una certa simpatia che l'ascolto di Trovati un bravo ragazzo, programma radiofonico ideato e condotto anche dalla Gamberale, aveva generato in me (verso la ragazza). Scopro solo leggendo il risvolto di copertina che la poco più che trentenne romana, ha scritto almeno altri cinque libri prima di questo.
E' un libro fresco, concettualmente anche complesso (scritto in più soggettive, con molti personaggi da definire, addirittura con uno schema del condominio per orientarsi e la copia della lettera lasciata da Maria alla figlia riportata con scrittura a mano), che necessita di un minimo di adattamento, scritto con un linguaggio molto reale, poco prosaico, ma che spesso butta lì delle riflessioni che sembrano estratte da perle di saggezza popolare, un libro che riflette sull'egoismo che si annida anche in quelle che sembrano "brave persone", e che finiscono a volte per ferirne delle altre. Un libro sul bisogno d'amore e d'affetto, sull'importanza della famiglia, una qualsiasi, e su quanto i figli sappiano analizzare gli adulti, senza che accada il contrario.
Un libro divertente ma non comico, che ci parla di noi. Di tutti noi.
1 commento:
La Gamberale la seguo spesso su radio 2. Ora dopo la tua rece tocca anche leggere qualcosa. Mi hai messo la curiosità di approfondire. E pensa che finora non 'era riuscita manco l'autrice (che detto tra le righe è pure una discreta gnocca)!
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