No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110517

passi o dinamite


Dynamite Steps - Twilight Singers (2011)

Difficile trovare un artista più prolifico di Greg Dulli. Riassumendo per quelli distratti: Afghan Whigs (bei tempi), Gutter Twins con Mark Lanegan, Twilight Singers (qui al sesto album), collaborazioni con gli Afterhours perfino.
Innanzitutto, difficile dire che questo è un brutto disco. Non lo è, infatti. So che i più perspicaci tra di voi si aspettano che la prossima frase cominci con un ma. Aspettate.
Dulli ha una gran voce, e chi lo conosce lo sa. Sa scrivere belle canzoni, sa dosare gli elementi, sa dove piazzare un coro, gli arrangiamenti sono tutti corretti. Mediamente, non c'è nessuna brutta canzone su questo disco.
Da nostalgico, la prima cosa che mi chiedo sempre quando ascolto qualcosa di suo, è "dov'è finito il soul?". Quella venatura spesso appena percettibile, che però caratterizzava gli Afghan Whigs, una band epocale, probabilmente iper-sottovalutata. E' giusto cambiare, percorrere altre strade, andare avanti. Dulli l'ha fatto, eccome.
Ma, eccolo, che cosa rimane dopo ripetuti ascolti di questo album? Non molto, in realtà, seppure, come vi ho detto, non sia per niente brutto. Una manciata di buone canzoni, un'ospitata addirittura di Ani DiFranco (Blackbird And The Fox), un Lanegan qua e là, come pure Joseph Arthur, Petra Haden, Carina Round, Nick McCabe (Ex Verve), un'atmosfera mediamente malinconica.
Un disco onesto, da un artista che probabilmente non sente più il bisogno di sperimentare, ma che suona, canta e scrive musica soprattutto per se stesso. Niente di più, niente di meno.

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