No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110519

Un long dimanche de fiançailles


Una lunga domenica di passioni – di Jean-Pierre Jeunet (2005)


Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: 'nzomma


Francia, Bretagna, 1920. Mathilde, zoppa per via di una poliomielite da piccola, orfana di entrambe i genitori e cresciuta dagli amorevoli zii, non si arrende all’idea che l’amato fidanzato Maniche sia morto, fuori dalla trincea (dal nome buffissimo di Bingo Colombier), condannato dalla legge marziale per atti di automutilazione, durante la Prima Guerra Mondiale.
Batte quindi, guidata dalla propria forza di volontà, da alcune bambinesche scommesse con se stessa, ma soprattutto dalla forza dell’amore, tutte le piste che possano portarla a scoprire se ancora c’è speranza di rivederlo.
Sulla sua strada incontrerà persone diverse, e scoprirà molte cose taciute.

Un film sicuramente prolisso e ridondante, ma anche commovente senza essere sdolcinato, dal respiro epico e vecchio stile, nonostante il tocco del regista sia sempre stato quasi irriverente. Certo, la mano di Jeunet si vede, ed è forse la cosa più bella del film, oltre alla faccia della Tautou, che, a piccole dosi, fa sempre piacere rivedere.
Campi lunghi d’autore con bei movimenti di macchina, belle e mai pacchiane le ricostruzioni d’epoca con l’aiuto del computer, attenzione ai particolari anche nelle scene in esterni e, soprattutto, in quelle di guerra. E poi, questo suo humor particolare che rende tutto meno pesante e quasi surreale, e questa sua passione per i freaks di qualsiasi tipo, fisici e mentali (questa volta a partire dalla protagonista, passando per i cinque "condannati", fidanzato compreso, all’investigatore col cognome buffo e alla figlioletta con la stessa menomazione di Mathilde, e via proseguendo), disseminati in tutti i suoi film. Belli anche i flashback dell’infanzia, meravigliose le scene sul faro.

Cast importantissimo a livello francese (ci sono quasi tutti), tra gli "esteri" si nota Jodie Foster, brava come al solito, tra l’altro pare, nella versione originale, ottima anche in francese. Musica di Badalamenti, una garanzia.
Senz’altro un film che soddisfa dal punto di vista visivo, un po’ meno dal punto di vista della sceneggiatura.

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