La possibilità di un'isola - di Michel Houellebecq (2005)
Daniel è un comico francese, di grande successo. Caustico e spietato verso le religioni (soprattutto verso l'islam), talmente razzista da essere preso per uno strenuo difensore della diversità, ama soprattutto il sesso, e forse perché se ne sbatte del denaro, continua ad accumularne. Non è affatto convinto di essere dotato di intelligenza, ma sembra invece che gli altri ne siano convinti. Sentimentalmente ha un passato quasi tragico, ma col passare degli anni arriva addirittura a chiedersi se le due storie con due donne completamente diverse, non possano essere considerate d'amore. Nel suo cinismo arriva a riflettere sulla condizione umana quasi in maniera nichilista, e paradossalmente, questo suo non credere a niente, misto a una curiosità disincantata, lo farà avvicinare ad una specie di setta, gli elohimiti, che crede all'avvento di una civiltà extraterrestre e incoraggia i suoi seguaci a non avere figli; nello stesso tempo, ha al suo servizio uno scienziato un po' visionario, ma molto efficiente, che sta sorprendentemente mettendo a punto la clonazione umana.
Da qualche parte ho letto che questo libro è considerato il capolavoro dello scrittore francese dal cognome complicatissimo. Quello che so io, è che ogni libro che leggo di questo autore mi lascia sempre senza fiato. Una prosa senza troppi fronzoli, diretta, capace al tempo stesso di intriganti dissertazioni filosofiche e di descrizioni accurate e quasi eccitanti di fellatio. Una visione cristallina della condizione umana, un continuo esercizio di critica verso tutte le nostre tremende fobie, ed i nostri madornali errori, la capacità di essere, al tempo stesso, fustigatore ed oracolo, epico e terra-terra, fantascientifico e dannatamente reale.
Il libro è ben concepito: la narrazione del Daniel che vi ho descritto nel riassunto della trama, chiamato Daniel1, è intervallata, o meglio, commentata, da due suoi cloni. A questo punto, vi ho già detto troppo: non temete, questa cosa si capisce fin dalla prima pagina, quindi non è che vi abbia anticipato chissà che gran cosa. La bellezza avvolgente e corrosiva, decadente e amara, di questo libro, vi coinvolgerà strada facendo, e non vi lascerà andare fino alla fine.
Bellissimo.
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