Liberi - di Gianluca Maria Tavarelli (2003)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Giudizio vernacolare: si stava mellio vando si stava peggio
Ancora un film che parla, o che comunque prende spunto, da un "dramma del lavoro"; preparatevi, perchè sarà un po' come con i film sull'Olocausto in passato e fino ai giorni nostri: prolifereranno.
La riflessione che ne scaturisce è proprio questa : il dramma dei nostri tempi è la disoccupazione, il cambiamento drastico del "mercato del lavoro". Come nel film, i genitori diventano come bambini, e i figli si ritrovano a dover fare loro da genitori. E tutto questo perchè, in questo caso, causa stabilimento che chiude, in intero paese si ritrova catapultato tra i "lavoratori socialmente utili".
Depressione, suicidio, disgregazione familiare, fanno da contrasto e sfondo alla voglia di vita del giovane protagonista, che, inerte spettatore all'inizio, si ritrova pedina fondamentale alla fine. Film acerbo per alcuni aspetti, leggero nell'affrontare le problematiche suddette, ma che aiuta ad inquadrare il problema.
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