No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20211207

Nei lager nazisti, il detenuto scelto come responsabile della disciplina all'interno di una baracca e sorvegliante dei lavori degli altri detenuti

Kapò - Di Gillo Pontecorvo (1959)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)


L'ingenua quattordicenne Edith ed i suoi genitori ebrei vengono mandati in un campo di concentramento, dove questi ultimi vengono uccisi. Sofia, un'anziana prigioniera politica, e un gentile medico del campo la salvano da un destino simile donandole una nuova identità non ebrea, quella della neonata Nichole Niepas. Col passare del tempo, si indurisce e si adatta alla vita brutale del campo. Prima vende il suo corpo a una guardia tedesca in cambio di cibo. Si affeziona a un'altra guardia, Karl. La fraternizzazione l'aiuta a diventare un kapò, uno di quelli messi a capo degli altri prigionieri. Edith quindi prospera, mentre l'idealista Sofia si indebolisce costantemente.

60 anni dopo, possiamo concludere che, all'epoca, la critica, che fu abbastanza feroce con il film di Pontecorvo, non era pronta per il tentativo di spettacolarizzazione e soprattutto, di inserire il romanticismo nel racconto dell'orrore dell'Olocausto. Se pensiamo ai film che sono venuti dopo, su questo tema, lo possiamo capire tranquillamente. Detto questo, un film intenso seppure trattando, appunto, un tema scottante con un approccio rischioso.

60 years later, we can conclude that, at the time, the critics, who were quite ferocious with Pontecorvo's film, were not ready for the attempt to make a show and, above all, to insert romanticism in the horror story of the Holocaust. If we think about the films that came later, on this issue, we can easily understand it. That being said, an intense movie, even if it deals with a hot topic with a risky approach.

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