L'Ultimo Testamento della Sacra Bibbia - di James Frey (2011)
Non pensavo a niente, solo che amavo quelle persone. Questo era tutto ciò che importava. Che eravamo tutti esseri umani e amavamo altri esseri umani. E questo è Dio. Non un ridicolo vecchio con la barba e la tunica seduto su un trono dorato tra le nuvole. Non un uomo collerico che sa tutto e dice cosa è giusto e cosa è sbagliato. Non un vecchio in Italia che dice cose insensate, o un matto in Sudamerica che giudica tutti. Non un tale in Pakistan convinto di avere il diritto di uccidere, o un tale in Israele convinto di avere il diritto di opprimere. Dio non è una persona o un uomo e nemmeno un essere di qualche genere. Dio è amare altri esseri umani. Dio è trattare tutti quelli che incontri come se li amassi. Dio è dimenticare che siamo tutti diversi e amarci a vicenda come se fossimo tutti uguali. Dio è quello che senti quando c'è l'amore nel tuo cuore. E' una sensazione straordinaria. Ed è il vero Dio. L'unico vero Dio.
Judith
Mariaangeles, Charles, Alexis, Esther, Ruth, Jeremiah, Adam, Matthew, John, Luke, Mark, Judith, Peter. Sono persone comuni. Una Lap dancer, un capocantiere, un chirurgo, un senzatetto, un omosessuale, un rabbino, un agente dell'FBI, due preti cattolico-cristiani, un avvocato d'ufficio, una ragazza solitaria con problemi d'obesità. Ci sono una anche una madre, e una sorella, della stessa persona che tutte le altre hanno conosciuto, anche solo per pochi momenti: Ben. Il suo nome per esteso sarebbe Ben Zion Avrohom. Per Mariaangeles, Ben è un bianco che ad un certo punto, molto basso, della sua vita, va ad abitare nell'appartamento vicino al suo, nel Bronx, e cambia radicalmente la sua vita. Potremmo considerarla la donna di Ben, se non fosse che durante i racconti che ci fanno tutti gli altri personaggi, scopriamo che questo Ben, che tutti gli altri considerano il nuovo Messia, fa tranquillamente sesso con altre persone, uomini e donne. Ma, proprio con l'aiuto di questi racconti fatti da persone radicalmente differenti, si capisce che Ben è una persona senza dubbio fuori dal comune, e che ha alle spalle una storia non del tutto tranquilla. Nonostante tutto ciò, Ben non odia nessuno, non usa la violenza, e, pian piano, compie dei miracoli. Che sia davvero il Messia?
Il quarto, e per adesso ultimo, libro di James Frey, che arriva dopo In un milione di piccoli pezzi, Il mio amico Leonard e Buongiorno Los Angeles, è un oggetto strano, come del resto i suoi precedenti. Se da una parte ci ha quindi abituato appunto a cose strane, Frey non finisce di spiazzare il lettore. Sposta l'azione da Los Angeles (libro precedente) a New York, e dopo aver raccontato di drammi umani, forza di volontà, accettazione del destino, a questo giro, mascherando ancora una volta (ancora non è chiaro se i primi due libri fossero autobiografici oppure no) la storia da reportage e i personaggi da persone reali, prende posizione sulla religione, anzi, sulle religioni, creandone praticamente una nuova: quella dell'amore. Per farlo, ecco che, a suo modo, così come fecero due grandi scrittori ormai defunti, e vi sto parlando di José Saramago in Il Vangelo secondo Gesù Cristo e Gore Vidal con In diretta dal Golgota, riscrive la storia del Salvatore. Lo fa dimostrando la duttilità della sua scrittura, che sta innegabilmente crescendo, impersonandosi via via nei racconti dei personaggi che vi ho citato prima, e descrivendo, con una sorta di montaggio non sempre cronologico, una storia vibrante, con delle pennellate che fanno si che il lettore possa arrivare a credere di star leggendo una storia realmente accaduta. Al tempo stesso, si riflette moltissimo sui dogmi, sulle forzature, su cosa siano diventate oggi le religioni, una volta strumenti di liberazione o, perlomeno, di sollievo da una vita misera, adesso simboli di guerra e d'odio: il contrario di quello per cui vengono spacciate.
Certo, non ci voleva James Frey, per scoprire l'acqua calda: ma un libro può essere un mattone, per costruire una coscienza. Come detto prima, vibrante.
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