No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121117

I diari del rum

The Rum Diary - Cronache di una passione - di Bruce Robinson (2012)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)

Siamo agli inizi degli anni '60; Paul Kemp, un giovane giornalista, arriva a Puerto Rico e cerca di farsi assumere dal The San Juan Star, ma soprattutto dal capo Lotterman. Ce la fa, non sa precisamente come, e quasi contemporaneamente diventa amico e sodale di Bob Sala, un fotografo senza un soldo con il pallino delle scommesse. Kemp ama l'alcool, e a Puerto Rico il rum abbonda: ma Moberg, altra nuova conoscenza di Kemp, ama l'alcool ancora di più. Le nuove conoscenze di Kemp non sono ancora finite: Chenault è più una visione che una donna. Malauguratamente, è fidanzata con Sanderson, un losco affarista ammanigliato con la politica, che mira a portare Kemp dalla sua parte per "vendere" il suo progetto speculativo nel miglior modo possibile.

Johnny Depp puntava a rendere omaggio ancora una volta al suo amico e mentore Hunter S. Thompson, facendo trasporre al cinema uno dei suoi primissimi romanzi (scritto negli anni '60 ma pubblicato quasi 30 anni dopo, grazie all'aiuto proprio di Depp), in gran parte autobiografico. Purtroppo, la magia di Robinson (sceneggiatore di Urla del silenzio, regista e sceneggiatore di Shakespeare a colazione) pare proprio essere svanita. A quanto ho capito leggendo qua e là, visto che non ho letto il libro, la sceneggiatura dello stesso Robinson conserva poco o niente del libro (per stessa ammissione del regista/sceneggiatore "in sceneggiatura saranno rimaste due o tre battute di Thompson"). Fotografia forse troppo patinata, gag divertenti e l'attrazione fatale tra Kemp e Chenault monopolizzano il tutto, per poi giungere al finale col protagonista trasformato in un eroe civile.
Depp ce la mette tutta (nella versione originale) per somigliare anima, corpo, gesti e modo di parlare a Thompson, Aaron Eckhart (Sanderson), Richard Jenkins (Lotterman) e Michael Rispoli (Sala) sono bravi, Giovanni Ribisi (Moberg) è straordinario, Amber Heard (Chenault) è bellissima, ma il film non è 'sto granché.

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