No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121127

Jagten

Il sospetto - di Thomas Vinterberg (2012)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)

Lucas è un uomo dalle due facce. Nato e cresciuto in un paesino della Danimarca, è sempre in ottimi rapporti con tutti gli amici d'infanzia. E' un compagnone, sempre pronto allo scherzo, generoso, se c'è da dare una mano è in prima fila. Il divorzio dalla moglie Kirsten lo ha però intristito dentro. Litigano costantemente al telefono, e Kirsten vuole impedirgli di vedere il figlio Marcus, adolescente e comunque attaccato al padre. La cosa fa star male Lucas, che comunque è riuscito a trovare lavoro come educatore presso l'asilo nido locale. A lavoro, nonostante sia l'unico maschio, è attivo, sembra felice di esser contornato dai bambini, e a loro volta i bambini lo adorano, lo attendono fin dai primi minuti di permanenza per fargli scherzi e giocare selvaggiamente con lui. Mentre Nadja, la cuoca dell'asilo, comincia a fare la corte a Lucas, che pare decisamente corrispondere, i piccoli problemi di coppia di uno dei migliori amici di Lucas, Theo, con la moglie Agnes, innescano una situazione dapprima curiosa, che in breve diventa terribile. Lucas in un primo momento trova Klara, la figlia più piccola di Theo e Agnes, sola fuori dal supermercato locale. La bambina si è persa, e i genitori non si sono neppure resi conto. Lucas la accompagna a casa (Lucas e la famiglia di Theo abitano vicinissimi). Pochi giorni dopo, Lucas trova Klara seduta sul marciapiede davanti a casa sua, mentre si sentono le urla di Theo e Agnes che litigano su chi deve portare all'asilo Klara. Lucas si offre di accompagnarla, d'accordo con i genitori. Klara sente nascere un sentimento indescrivibile per Lucas, e, frequentando l'asilo dove Lucas lavora, gli regala un cuore e approfittando di una "mischia" dei bambini con Lucas, lo bacia sulla bocca. Lucas la sgrida, e non dà peso alla cosa. Klara, non considerata dai genitori e delusa da Lucas, prende spunto da uno scherzo pesante del fratello, e racconta una cosa "stupida", gravissima, alla direttrice dell'asilo Grethe. Che, senza pensarci due volte, crede senza il minimo dubbio alla bambina...

Un paio di annotazioni prima di addentrarmi nella critica vera e propria. La prima: Thomas Vinterberg è un genietto del male: ricordatevi che è il regista di quel capolavoro caustico di Festen - Festa in famiglia, e pure di Dear Wendy. Ha compiuto i suoi passi falsi (Riunione di famiglia), ma con questo Jagten (titolo internazionale The Hunt, traduzione corretta dal danese, mentre in Italia diventa Il sospetto, traduzione pure di un film di Hitchcock, Suspicion, del 1941) ci ricorda di essere degno della scuola danese, che tante soddisfazioni ci ha dato e ci sta dando (Von Trier, Winding Refn, Susanne Bier, Anders Thomas Jensen, Ole Christian Madsen). La seconda: Mads Mikkelsen tumefatto è praticamente sinonimo di grande cinema (Le mele di Adamo, Pusher, Valhalla Rising).
Potrebbe quindi sembrare una scorciatoia, come sostiene qualche critico infatti, "addossare" l'intero peso di un film del genere sulle spalle robuste di Mikkelsen, ormai una stella di dimensioni planetarie, dall'indubbia bravura, che continua però a scegliersi copioni fuori dal comune, parallelamente ad accettare proposte dal grande budget. Ma se è innegabile la bravura di Mikkelsen (Lucas), al quale fa da ottima "spalla" Thomas Bo Larsen (Theo), credo si debba sottolineare che il film di Vinterberg, autore assieme a Tobias Lindholm della sceneggiatura, è un prodotto che emoziona e colpisce, tiene lo spettatore per almeno un'ora e mezzo in uno stato di tensione costante, risulta disturbante, mette sottosopra, e per questo merita di essere visto. Bella fotografia tutta su toni autunnali/invernali, inquadrature che lasciano poco spazio ai panorami, che pure sarebbero belli, per scrutare i primi piani dei protagonisti in balìa di emozioni viscerali e squassanti, il film risulta fuori dagli schemi perché non solo garantista, ma pure decisamente dalla parte di chi rimane vittima di un tremendo equivoco, e per una volta non è tenero ed acriticamente dalla parte dei bambini, come se fossero depositari dell'innocenza e della verità assoluta.

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