Triangle - di Christopher Smith (2009)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: da mar di testa
Jess è una bella e giovane ragazza madre, che sta crescendo da sola Tommy, un bambino autistico. Greg, un qualcosa-più-che-amico, capisce che la donna ha bisogno di staccare, di un po' di tempo per se, e possibilmente di un po' di intimità con lui. La invita dunque a farsi un giro sulla sua barca, ma essendo un gentiluomo, la invita a portare anche il figlioletto Tommy. Al momento di partire, Jess esita e gli dice che Tommy è a scuola. Quindi, insieme a loro due e ad altri amici, Downey, Sally, Heather e Victor, partono. Purtroppo, dopo poche ore di navigazione, il gruppo viene sorpreso da una strana tempesta, e la barca si rovescia. Aggrappati a quel che resta, cadono nel terrore, finché non passa lì vicino un grande transatlantico; la grande nave rallenta e si avvicina. Il gruppo sale. Ma la nave sembra completamente vuota. Jess inizia ad avere dei déjà-vu, tutti insieme esplorano la nave, poi iniziano a separarsi, e quando si incontrano nuovamente si accusano reciprocamente di assalti reciproci; cose molto strane continuano ad accadere, finché il gruppo viene assalito da una figura incappucciata, che spara loro addosso. Si sottintende che l'azione si svolga nel Triangolo delle Bermude.
L'ottimo inglese di Bristol Christopher Smith si sta proponendo già da qualche anno come uno dei registi emergenti più interessanti, provenienti dalla perfida Albione. Dopo il suo debutto del 2005 con Creep - Il chirurgo, nel 2006 sforna l'ottimo Severance - Tagli al personale, del quale parleremo prossimamente. Nel 2010 (da noi nel 2011) viene conosciuto ancor di più con l'horror medievale Black Death - Un viaggio all'inferno, ma nel 2009 aveva fatto uscire, inedito in Italia, questo Triangle, un ibrido horror, sovrannaturale e psicologico fatto a spirale. Anzi, una spirale strana, che termina dove era cominciata. Vi ho già detto troppo, ma vi assicuro che Triangle è un film complesso, ossessivo, ripetitivo a bella posta per generare un senso di instabilità e claustrofobia persino nello spettatore. Serrato e ben fotografato, recitato discretamente da un pugno di giovani rampanti molto poco conosciuti, insieme alla protagonista, la bella Melissa George (Jess), vista tra l'altro in Turistas (ne parleremo), 30 giorni di buio, In Treatment, Lie To Me. Regista da seguire molto attentamente questo Smith.
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