Il conte di Montecristo - di Alexandre Dumas (1846)
Il 24 febbraio 1815, Edmond Dantès, giovanissimo marinaio a bordo del mercantile Pharaon, sbarca a casa, a Marsiglia. Ha il grave compito di comunicare al suo armatore, l'ottimo Pierre Morrel, che il capitano Leclérc è morto durante la navigazione. Morrel, nonostante la brutta notizia (era legato a Leclérc anche da lunga amicizia), fa intuire a Dantès che sarà lui il futuro capitano della Pharaon, cosa che in pratica è già in atto dalla morte di Leclérc. Ma lo scrivano Danglars, viscido e invidioso, comincia a tramare contro il giovane Edmond. Il marinaio ha infatti fatto scalo all'Isola d'Elba, per consegnare una lettera al gran Maresciallo Bertand, e in quella occasione ha incontrato Napoleone. I due lo hanno anche incaricato di portare per conto loro una lettera confidenziale a Parigi, rassicurandolo che non avrà problemi con la legge per quello (Napoleone è in esilio, e in Francia vige un governo contrario a Napoleone). Edmond racconta la cosa all'armatore, quando lui gli chiede spiegazioni sullo scalo all'Elba, su insinuazione di Danglars. Morrel è più che altro preoccupato per il giovane, ma confida in lui.
Edmond va a far visita al vecchio padre, e lo trova affamato e senza soldi. Aveva un debito col sarto Caderousse, e si è privato del cibo pur di non aver debiti. Edmond lo rincuora e gli dà tutto quello che ha guadagnato, rassicurandolo che non gli farà più mancare nulla. Pur incontrando Caderousse, Edmond non gli manca di rispetto, mentre il sarto non riesce a nascondere la sua cupidigia e l'invidia per il giovane. Edmond si reca poi finalmente tra le braccia dell'amata Mercédès, una giovane e bellissima catalana che vive in povertà al villaggio dei Catalani. La sua bella è con il cugino Fernand Mondego, che odia Edmond perché anche lui è innamorato della cugina. Non solo: Mercédès ha, per l'ennesima volta, durante l'assenza dell'amato, rifiutato la proposta di matrimonio del cugino, alla luce del suo immenso amore per Edmond. I due si riabbracciano e si allontanano per una passeggiata romantica, mentre Fernand, Caderousse e Danglars si incontrano in una locanda lì vicino. I tre iniziano, scherzando ma non troppo, a tramare contro Edmond, tutti e tre invidiosi di lui. Senza quasi rendersene conto, lo condannano ad un destino tremendo. Ma Mondego, Caderousse e Danglars, non hanno fatto bene i conti con la vendetta, che può aspettare anche più di vent'anni.
Così dicendo proruppe in un pianto dirotto. Montecristo le prese una mano e la baciò rispettosamente, ma quel bacio era senza ardore, come se l'avesse deposto sulla mano marmorea d'una statua di santa.
- Vi sono delle esistenze predestinate - riprese ella dopo un po' - alle quali una colpa iniziale rovina tutto l'arco della vita. Io vi credevo morto, e avrei dovuto morire. A che cosa mi servì, infatti, l'aver portato sempre il lutto nel mio cuore? A fare d'una donna di trentanove anni una vecchia di sessanta. A che mi valse, avendovi riconosciuto sola fra tutti, aver salvato la vita a mio figlio? Avrei dovuto salvare anche l'uomo che avevo accettato per marito, per quanto fosse colpevole; invece l'ho lasciato morire. Anzi, ho contribuito alla sua morte con la mia insensibilità e con il mio disprezzo, non ricordandomi, non volendomi ricordare, che si fece spergiuro e traditore per me. E a che pro ho accompagnato mio figlio fin qui, se poi l'ho lasciato partire solo, separandomi da lui e abbandonandolo all'infuocata terra d'Africa? Oh, fui vile rinnegando il mio amore, e come tutti i rinnegati porto sventura a quelli che mi circondano!
Continua, seppur lentamente, la mia camminata sul sentiero della conoscenza, leggi il mio confronto con i grandi classici della letteratura, per coprire le mie innumerevoli lacune in questo campo. A volte, le scintille sono ridicole: in questo caso è bene confessare che quando ho scoperto che Mike Kelley si era liberamente ispirato a questo libro per mettere in piedi la trama di Revenge, uno dei miei guilty pleasures televisivi, e accortomi che in casa avevo il doppio volume comprato con il Corriere della Sera, l'ho subito messo nella pila dei libri da leggere quanto prima. Un periodo particolarmente felice a livello di velocità e voracità nelle letture ha fatto il resto. A parte il fatto che nel libro ci sono alcune parti ambientate a Livorno, fatto che mi ha esaltato non poco (lo ignoravo del tutto, e non ho mai visto una trasposizione televisiva o cinematografica), sono rimasto assolutamente conquistato sia dalla prosa che si rivela estremamente dinamica, seppure ovviamente Dumas usi termini antiquati e giustamente le traduzioni cerchino di rispettare queste scelte, sia dalla trama, che è si, prevedibile sulla lunga distanza (il povero ma bello che viene derubato di tutto che risorge ricco e potente e schiaccia chi aveva tramato per condannarlo all'oblio), ma decisamente ben architettata, supportata da sfondi descritti poeticamente, e da una storia costellata da personaggi indimenticabili. Senza dimenticare la simbologia universale della rivalsa sulla malagiustizia, c'è da riconoscere che Dumas è ottimo anche nel passare in maniera più che disinvolta dall'atmosfera tragica a quella ridanciana, non rinunciando mai alla battuta.
Un migliaio di pagine per un grandissimo romanzo.
- Ah, così? Siete quindi un po' contrabbandiere anche voi, caro Gaetano?
-Che volete, Eccellenza? Si fa un po' di tutto. Bisogna pur vivere.
- Allora siete in relazione con la gente che si trova a Montecristo in questo momento?
- All'incirca. Noi marinai siamo come i massoni: ci riconosciamo da certi segni.
- E credete che non avremo nulla da temere sbarcando?
- Assolutamente nulla. I contrabbandieri non sono ladri.
- Ma i banditi corsi?
- Non è colpa loro se sono banditi: è colpa dell'autorità.
- Come?
- Senza dubbio; li perseguitano per aver fatto la pelle a qualcuno. Come se non fosse nella natura d'un corso il vendicarsi.
5 commenti:
Un classico che mi rimprovero di
non aver letto quando avevo più
tempo e più costanza nella lettura.
Mi piacerebbe comunque provarci.
Da leggere assolutamente. Anche la mia lettura fu vorace e appassionata. Grazie per la recensione concisa ma efficace.
@monty: guarda, so che il tempo sembra sempre poco, però sto libro per essere di 1000 pagine si legge alla grande
@exit: naturalmente mi lusinga che tu definisca la mia rece così. preparati, perché ho appena iniziato a leggere "guerra e pace" :) davvero!
un capolavoro assoluto, per me fu amore immediato
e si capisce!!
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