No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121124

sulla strada

On The Road - di Walter Salles (2012)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)

1947, Stati Uniti. Il giovane scrittore Sal Paradiso è bloccato davanti alla prima pagina bianca del suo romanzo. Il tempo passa tra la casa dove vive con la madre, a Ozone Park, Queens, New York, e fuori, discorrendo, bevendo e ascoltando jazz downtown, con l'amico Carlo Marx. Quando i due conoscono, tramite un amico comune, Dean Moriarty, un ladro d'auto con alle spalle l'esperienza del riformatorio, un'enorme voglia di vivere, un grandissimo ascendente sulle donne, con velleità di scrittore e senza un soldo, anche lui grande amante dell'alcool e delle droghe, le loro vite cambiano, e cominciano a girare attorno a quella di Dean. Che però scompare spesso, essendo legato a Marylou, una ragazza di Denver, un luogo da dove viene anche Dean, e dove suo padre è scomparso. Dean fa innamorare Carlo, che ha spiccate tendenze omosessuali, mentre su Sal fa un altro effetto: gli fa venire un'incredibile, irrefrenabile voglia di viaggiare, conoscere il suo grande Paese e magari quelli limitrofi, conoscere le persone in tutti i luoghi che potrà arrivare a visitare. La spinta viene dalla voglia di libertà, dall'impulso a riappropriarsi dei grandi orizzonti, del sogno americano, dalla ribellione verso l'autorità e la cappa di repressione che si sta impadronendo degli USA.

Con tutte le migliori intenzioni, non me la sento a chi ancora non l'avesse visto, di consigliare il nuovo film del brasiliano Walter Salles, che si "rivelò" a noi amanti del buon cinema anni fa con il bellissimo Central do Brasil, e che ringraziammo per non aver fatto un santino della figura del Che con I diari della motocicletta. Stavolta la posta era ancora più alta, ma il risultato è piuttosto misero. La posta, infatti, per chi non lo avesse ancora capito, era quella di portare sullo schermo uno dei libri più famosi dello scorso secolo, uno dei manifesti della beat generation, l'omonimo On The Road (Sulla strada) di Jack Kerouac, quel libro che Kerouac stesso fu costretto a "camuffare", cambiando soprattutto i nomi di molti protagonisti che erano ispirati a personaggi reali, a partire da quello del protagonista, Sal Paradiso, che rappresentava Kerouac stesso. Correttamente, il film mostra i diversi viaggi che costituiscono il corpo del racconto, mostra la vita senza freni dei protagonisti alla ricerca di una libertà che li rendeva assetati, che li faceva bruciare, ci fa ascoltare un'ottima colonna sonora jazzata, ci mostra splendidi panorami e tramonti americani (che siano poi girati in Canada poco importa), ma fallisce decisamente l'obiettivo, che, questo è vero, era troppo difficile da cogliere. L'irrequietezza di una generazione, di un movimento, di quelle menti geniali che già aveva descritto Urlo (film riuscito molto meglio, anche se non ha riscosso grande successo), non si possono racchiudere, a mio parere; un'operazione molto difficile con un'opera di fiction. A volte, è meglio desistere in partenza, ho paura.
Il cast si destreggia onestamente, senza aggiungere niente a quello che già sapevamo di questo gruppo di attori. Devo ammettere però che non ho riconosciuto Amy Adams, un'attrice che trovo bellissima, nei panni di Jane (in realtà il personaggio fu ispirato dalla compagna di Burroughs, Joan Vollmer, quella che fu uccisa dallo scrittore mentre giocava a Guglielmo Tell). Per il resto, Sam Riley è Sal Paradiso/Jack Kerouac, Kristen Stewart è Marylou/Luanne Henderson, Kirsten Dunst è Camille/Carolyn Cassady, il sempre in gamba Viggo Mortensen è Old Bull Lee/William Burroughs, Garrett Hedlund è Dean Moriarty/Neal Cassady, Elisabeth Moss è Galatea Dunkel/Helen Hinkle, l'ottimo Tom Sturridge è Carlo Marx/Allen Ginsberg.

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