Due mondiali vinti e una medaglia d’oro nell’Olimpiade del 1936. Campioni indimenticabili come Schiavio e Orsi, Meazza e Piola.
Con l’abilità dello scrittore e la passione del tifoso, Enrico Brizzi racconta gli anni in cui il calcio divenne un affare di stato. A partire dal 1926, la storia del calcio italiano e quella del regime s’intrecciano in maniera indissolubile: il ras romagnolo Leandro Arpinati diventa il dominus di uno sport che esce dal suo periodo pionieristico e assurge a passione nazionale. Sono stagioni trionfali per il Torino del ‘Trio delle meraviglie’ e per la Juventus del ‘Quinquennio d’oro’, per l’Ambrosiana di Meazza e per il Bologna ‘che tremare il mondo fa’; sono gli anni della Roma ‘testaccina’ e della Lazio di Silvio Piola, protagoniste di derby infuocati e determinate a portare il primo scudetto nella capitale. A marcare l’epica del calcio italiano arrivano, sollecitati con forza dalla dittatura, i grandi trionfi degli Azzurri: i titoli mondiali del 1934 e del 1938, e quello olimpico ottenuto nel 1936. Pozzo e Schiavio, Baloncieri e Ferraris IV, Cesarini e Borel diventano in queste pagine personaggi a tutto tondo, e intrecciano i loro destini con quelli di gerarchi, dame, attrici e intellettuali dell’epoca – da D’Annunzio a Malaparte, da Emilio Lussu a Carlo Rosselli. Un affresco che fa rivivere, tra fasti e contraddizioni, il fatale inclinarsi di una società conformista verso il disastro della seconda guerra mondiale. (Laterza.it)
Secondo volume della trilogia sul calcio in Italia, dagli inizi fino al 1950, da leggere dopo aver letto ovviamente il primo, avvincente, istruttivo, coinvolgente, a tratti illuminante. Per gli appassionati di calcio, ma anche di storia moderna.
The second volume of the trilogy on football in Italy, from its beginnings to 1950, is a must-read after the first. It's gripping, informative, engaging, and at times enlightening. For football fans, but also for fans of modern history.

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