No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20061229

cuori in inverno


Cuori - di Alain Resnais 2006

giudizio sintetico: si può perdere

Parigi, Bercy, inverno nevoso. Thierry è un agente immobiliare attempato, solo, che vive con la sorella Gaelle, parecchio più giovane di lui; sta cercando di trovare una casa a due clienti difficili, Nicole e Dan, ma lui è stato cacciato dall'esercito e non ne vuole sapere di lavorare, e la coppia entra in crisi, crisi che si specchia nelle richieste irrealizzabili dall'agente. Thierry lavora insieme a Charlotte, donna matura, bella ma un po' troppo bigotta. Forse. Fino a quando Thierry non vede, guardando una videocassetta prestatagli proprio da Charlotte, qualcosa che trasforma il suo interesse per lei in ossessione. Nel frattempo, Dan in crisi passa un sacco di tempo in un bar dove Lionel, barista cordialissimo e molto formale, lo serve e lo ascolta, e Charlotte, vogliosa di opere pie e misericordiose, dopo il lavoro accudisce il padre di Lionel, vecchio, malato, costretto a letto e molto, molto irascibile; quando Dan e Nicole si separano temporaneamente, lo stesso Lionel gli suggerisce di mettere un annuncio su un giornale per incontrare persone nuove; così facendo, Dan conosce Gaelle, che è arrabbiata con suo fratello Thierry, avendolo trovato da solo in casa che guardava materiale scabroso, mentre Charlotte trova il metodo per far calmare il padre di Lionel.....

Tratto da una piéce teatrale di Alan Ayckbourn, Resnais torna dopo diversi anni dal suo ultimo film Parole, parole, parole... e stavolta mette in scena l'insicurezza sentimentale dei nostri giorni, i nostri piccoli grandi problemi da medio-borghesi. Con tutto il rispetto, e a dispetto dell'intreccio forse più interessante da leggere che da vedere, il film in questione risulta carino, ma poco profondo e abbastanza noioso. L'ambientazione claustrofobica crea una cappa ovattata, ingabbiando gli attori; i momenti divertenti (non moltissimi, a dire la verità), ti strappano al massimo un sorriso; il tema conduttore della neve, dopo un po' annoia, e alla fine risulta davvero ridicolo, sempre sulle spalle dei cappotti dei protagonisti. E forse, in un film come questo, tutto parlato e tutto giocato sulle psicologie e sui rapporti interpersonali dei sei personaggi principali, manca davvero una caratterizzazione che scende realmente in profondità, che ci spiega, o che ci faccia immaginare almeno, ci dia qualche indizio sul quale lavorare di fantasia, perchè Thierry, Gaelle, Charlotte, Lionel, Nicole e Dan, sono così infelici. Se è solo colpa dei tempi, beh, il film risulta decisamente superfluo.
Direzione sapiente ma convenzionale, recitazioni buone ma troppo controllate (perfino quella della Azéma, alle prese con un personaggio potenzialmente straordinario, risulta in fondo poco coinvolgente), perfino la scenografia diventa fredda e asettica. E se la cosa era voluta per assomigliare al teatro, allora sarebbe stato meglio qualcosa di drastico alla Dogville, almeno ci sarebbe stato un minimo di interesse.
Decisamente un film che non aggiunge niente. A noi, a quel che è già stato detto.

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