No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20061203
the wind that shakes the barley
Il vento che accarezza l'erba - di Ken Loach 2006
Irlanda 1920. Damien, giovane dottore, si appresta a lasciare l'amata patria per andare a Londra per mettere a frutto i suoi studi, la sua intelligenza e umanità. Teddy, il fratello più grande, è impegnato politicamente e attivamente contro il dominio inglese sul'isola, che nel frattempo si sta facendo sempre più cruento, a causa delle milizie assoldate dal Regno Unito, fatto da reduci della Prima Guerra Mondiale, e quindi ormai senza più rispetto per alcunché. Un paio di fatti insopportabili, convincono Damien a rimanere, a cambiare radicalmente il suo modo di pensare, e ad imbracciare perfino fucile e pistola per difendere la libertà.
La lotta di liberazione sembra ormai vinta, quando l'Inghilterra propone una tregua. Il successivo trattato, sottoscritto nonostante l'insoddisfazione popolare, finisce per creare una frattura profondissima nel paese. La fratellanza tra Damien e Teddy ne è lo specchio fedele fino all'eccesso. Finirà, come è prevedibile, in una tragedia così straziante, che la scena finale rende perfettamente, non tanto per quanto è crudele, quanto per la sensazione di profonda amarezza che lascia in ogni spettatore dotato di cuore e cervello.
Nonostante le molte critiche lette su questo film, ne sono stato talmente coinvolto e toccato al punto da sentire l'esigenza forte di scriverne appena terminata la visione. Amando profondamente il cinema di Ken Loach, non ero rimasto granché entusiasmato dal precedente "Un bacio appassionato", pur apprezzandone il messaggio e l'intento. Ho quasi paura a dirlo e a scriverlo, ma questo "Il vento che accarezza l'erba", di cui riporto il bellissimo titolo originale in apertura, supera, per me, uno dei suoi picchi più alti, quel "Terra e libertà" che emozionò molti appassionati, trattando il tema della guerra civile spagnola.
Il film è un susseguirsi di scene madri, pur mantenendo un profilo bassissimo, cosa abituale per Ken Loach; la storia è complessa ma trattata con chiarezza lodevole, fa luce su un conflitto epocale, insegnando pagine di storia ai più sconosciute, fa da specchio e metafora sul mondo attuale, usa la violenza col contagocce, lascia partire dialoghi impegnatissimi e profondamente toccanti a livello politico. Sono proprio i dialoghi, colonna portante di un film superbamente recitato dall'intero cast, che impediscono allo spettatore di assumere le parti di uno dei protagonisti, un cliché ruffiano e tipico dei blockbusters. Tutto ciò obbliga ad andare oltre, a mettere in discussione perfino le proprie, di convinzioni politiche, davanti alla spirale di violenza che porta, è proprio il caso di dirlo, a una lotta fratricida.
Bravo l'unico "famoso" del cast, Cillian Murphy, eccezionale Liam Cunningham nei panni di Dan.
Commovente, poetico, cruento e crudele, filosofico e intenso. Come ebbi a dire, chiudendo la recensione di "Un bacio appassionato", perdonatemi l'autocitazione, per il capolavoro ripasseremo. Forse il capolavoro è arrivato. Causa il bassissimo profilo di Loach, forse qualcuno non se n'è accorto.
Grazie, compagno Ken.
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