No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070913

manette si, manette no


L'amico Monty nel suo blog pieno di spunti interessanti, parla dell'indulto, qui. Prendo la palla al balzo, un po' perchè è un bel po' che mi andava di parlarne per dire la mia, un po' perchè, come gli ho detto scherzosamente qualche giorno fa, voglio che le nostre colonne diventino come i fondi "botta e risposta" tra il Corriere e Repubblica.

Per aggiungere un po' di pepe alla discussione, anzi, alla riflessione, ho scovato questo interessantissimo ed elegantissimo (com'è nel suo stile, del resto, da sempre) post dal blog del Ministro della Giustizia, Senatore Clemente Mastella (lo so Monty, è un colpo basso questo).


Allora, io ne so poco di leggi e di giustizia, quindi volerò basso basso e scriverò terra terra. Per quanto ho capito, l'indulto si è deciso perchè nelle carceri italiane c'è sovraffollamento, una situazione disumana. Benissimo, anzi, malissimo. Non so, non ci vedo una logica. Voglio addirittura tralasciare il fatto che non si capisce come sia stato il criterio sui reati che hanno "beneficiato" dell'indulto. Ma c'è proprio questa cosa che non capisco, non mi torna. Ci sono troppi carcerati e quindi si mandano fuori? No, non sono d'accordo. Se ne costruiscono di nuove, moderne, non voglio dire confortevoli, mi piacerebbe invece fossero fatte apposta per rieducare.

Chi discute con me sa che sono fermamente contro la pena di morte, e che spesso mi accanisco che chiunque delinqua ha diritto ad una seconda possibilità, anche chi si macchia dei reati più atroci, quelli lì si, quelli che ci fanno schifo. Se c'è un problema anche psicologico, si cura il soggetto, lo si aiuta a guarire, o a capire. E nel frattempo, gli si insegna un lavoro, oppure se ne sa fare uno, lo si fa lavorare per cose socialmente utili. Ce ne sono tante, mi sa.

E più una persona ha commesso sicuramente un reato pesante, più il lavoro deve essere duro. Quasi usurante, come si dice per il lavori che devono farti andare in pensione prima.

Si riparte da capo. Come all'asilo.


A parte il 41bis, sul quale sono completamente d'accordo (Ma cercherei il modo di far rimanere isolati si, i mafiosi veri, ma di farli lavorare per la comunità ugualmente. Se non ci viene in mente il modo, ingaggiamo Tremonti, facciamo come Sarkozy. Che Tremonti è creativo, magari oltre che nella finanza anche nella scelta delle pene carcerarie), il carcere deve essere rieducativo, ci deve sempre provare. Però partiamo da qui, non dall'indulto agli stupratori (si, quelli che hanno commesso stupri "solitari" sono usciti; l'indulto era inapplicabile solo per gli stupri di gruppo), agli omicidi volontari, o a chi si è macchiato di mancanze sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.


Non ho la presunzione di essere nel giusto, ma questo è ciò che penso sia logico e accettabile.

3 commenti:

monty ha detto...

concordiamo sulla necessità di
un sistema carcerario dignitoso e
che reinserisca, ma che al tempo stesso
dia la certezza della pena, sopratutto
per i crimini più atroci.

Io penso che l'indulto poteva essere
un primo mezzo per arrivare a quel fine,
tu invece no.

E a conti fatti...

jumbolo ha detto...

è chiaro che, se lo sbandieri come primo passo verso, e poi non fai altro, il sospetto che si siano messi d'accordo per far scarcerare gli amichetti diventa lecito.....

Anonimo ha detto...

Nonostante tutto continuo a non essere d'accordo sul MODO in cui è stato fatto.
E alla fine ritorno a pensare che il nodo del problema è comune al genere italico preso nel suo insieme: funzionerebbe (quasi) tutto, in questo come in altri campi, se ognuno facesse quello che DEVE e non quello che GLI CONVIENE fare.

Scusate, oggi sono un po' pessimista...