No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070911

la buona samaritana


La Samaritana – di Kim Ki-Duk 2005

Giudizio sintetico: si può vedere

Yeo-jin e Jae-young sono grandi amiche, coinvolte in un’amicizia che sfiora il lesbismo adolescenziale, e stanno progettando un viaggio in Europa. Per questo motivo, Jae-young decide di prostituirsi, adescando clienti sul web, e chiede a Yeo-jin di ‘’tenerle la contabilita’’’, registrando clienti, numeri di telefono, custodendo i soldi guadagnati, sorvegliando dall’esterno i vari motel dove si consumano gli atti sessuali, che Jae-young vive con un trasporto impensabile per una prostituta consumata. Yeo-jin non vorrebbe che l’amica ci provasse cosi’ tanto gusto. Durante un blitz della polizia, Jae-young, scoperta, si getta dalla finestra e, dopo una breve agonia, muore. Yeo-jin decide, dopo alcuni ripensamenti, di ripercorrere all’inverso la strada dell’amica, ricontattando tutti i clienti, facendo sesso con loro, e riconsegnandogli i soldi. Il padre, vedovo, ispettore di polizia, scopre che la figlia si prostituisce, e invece di affrontare direttamente il problema, si fa giustiziere dei clienti, innescando una spirale di sangue. Finale con una parte onirica, espiativo e riconciliante.
Esce solo adesso, questo film girato dal regista coreano tra ‘’Primavera, estate, autunno…’’ e ‘’Ferro 3 – La casa vuota’’ da’ l’idea di non essere il migliore, forse perche’ con lui, ci siamo abituati davvero bene. Eppure, con la solita semplicita’ e un’ulteriore trama improbabile, Kim Ki-duk riesce comunque ad affascinare, vuoi per la naturalezza con la quale riesce a trattare argomenti che in altre mani risulterebbero eccessivamente drammatici, vuoi per quel modo cosi’ simile a Kitano di inscenare la violenza, senza nascondere nulla ma caricandola di poesia. O per quell’aura di innocenza che pervade i suoi attori e le sue attrici. Difficile da capire.
Rimane il fatto che, anche di fronte a questo film, che da’ l’impressione di essere leggermente irrisolto, non si ha la sensazione di aver assistito ad un brutto film.
Diviso in tre ‘’atti’’ (Vasumitra, Samaria e Sonata), pur, ripeto, non essendo il miglior lavoro dei regista coreano, da il via a diverse considerazioni sulla societa’ attuale, molto di piu’ di tanti altri prodotti mediocri.

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