La ragazza del lago - di Andrea Molaioli 2007
Giudizio sintetico: si può vedere
Siamo in Friuli, in un piccolo paese ai piedi delle montagne e vicino ad un bel lago. Il commissario Sanzio, trasferitosi al nord non si sa perchè, viene allertato per la scomparsa di una bambina. Verrà ritrovata di lì a poco, ma la sua chiacchierata con il commissario aprirà un caso ben più grave: c'è una ragazza, sempre abitante del paese, morta, in riva al lago. Nuda, coperta solo da una giacca, i vestiti ben ripiegati poco più in là. Il commissario si addentra nelle indagini coadiuvato dai suoi due assistenti, e tutti gli abitanti un po' alla volta saranno sospettati.
Tratto dal libro Lo sguardo di uno sconosciuto della norvegese Karin Fossum, il debutto di Molaioli, ex aiuto regista esperto (Calopresti, Moretti, Mazzacurati), e sceneggiato da Sandro Petraglia (sterminata la sua filmografia), il film strizza l'occhio a Twin Peaks ma il risultato è un buon film italiano, superiore a molti, ma inferiore ai migliori (per il momento, Sorrentino è di un'altra categoria, anche se Molaioli sembra puntare a lui, soprattutto). I punti in comune al cinema di Sorrentino esulano dal genere, ma non sono meno importanti: anche qui il mattatore unico è Toni Servillo (sempre bravissimo, ma di certo non è la sua prova migliore, troppo teso, poco espressivo) nei panni del commissario Sanzio, e un certo tipo di colonna sonora (molto interessante, a cura di Teho Teardo - indovinate un po'? Sua la colonna sonora de L'amico di famiglia -).
Il film è lento, ma si fa seguire e non è pesante. E' un noir, ovviamente, ed ha un cast ricco (Golino, Gifuni, Baliani, Antonutti, Bonaiuto), una serie robusta di personaggi, forse troppi e senza troppo tempo per essere approfonditi, una bella fotografia, algida e adatta al luogo, dipinto alla perfezione, un incedere un po' monotono e una serie troppo lunga di falsi indizi disseminati per spiazzare lo spettatore, ma è girato con una bella mano, a conti fatti.
Belle alcune scene, da ricordare quella poco dopo il ritrovameno del cadavere, con le sovrapposizioni degli addetti ai lavori sul luogo del delitto. Alcuni temi "laterali" come il rapporto figli/genitori accennati per tutto il film e leggermente irrisolti.
Tirando le somme, luci ed ombre, anche se come già detto, meglio di molto e principalmente lontano da prodotti italiani tipicamente e soprattutto stucchevolmente televisivi. Attendiamo Molaioli alla seconda prova.
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