No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20071101

giovinezza


Un'altra giovinezza - di Francis Ford Coppola 2007


Giudizio sintetico: da evitare, anche per conservare un buon ricordo di F.F.Coppola


Nella Romania del 1938, mentre spirano venti di guerra, un vecchio professore di linguistica tenta disperatamente di terminare la sua ricerca sul linguaggio, e convive con il rimorso di non aver fatto abbastanza per trattenere l'unico amore della sua vita, oltre allo studio: l'amata Laura.

Sfinito dai rimorsi e dall'impotenza a cui lo relega la vecchiaia, decide di suicidarsi, ma mentre si avvia alla fine, un fulmine lo colpisce davanti alla stazione ferroviaria di Bucarest. Invece di rimanere folgorato, diventa miracolato: si innesca in lui un processo di ringiovanimento fisico. Riparte quindi con gli studi, deciso ad andare fino in fondo, di arrivare fino al proto-linguaggio. Sulla sua strada, magicamente, ancora una donna, Veronica, che è praticamente la reincarnazione di Laura, e che lo aiuterà nei suoi studi, in una maniera decisamente inusuale.


Ispirato dal libro omonimo di Mircea Eliade, è uno di quei film sui quali non riuscirete, probabilmente, a leggere recensioni che non siano o stroncature, oppure esaltazioni smisurate. Chi vi scrive, pensa che il caro Coppola avrebbe fatto meglio a godersi la vecchiaia nella sua vigna in California, senza per questo mancargli di rispetto. Impossibile, del resto. Dobbiamo solo rendere grazie al regista Coppola, autore di una filmografia capace di zittire chiunque (voglio dire, a me è piaciuto perfino Peggy Sue si è sposata), e di perdonargli perfino di essere lo zio di Nicolas "monoespressione" Cage.

Nonostante l'amore di Coppola per la cultura, il linguaggio, quindi la comunicazione, perfino il senso della vita, cose che si ritrovano nelle sue opere e che creano il valore aggiunto dei suoi film, questo suo ultimo lavoro è decisamente supponente e difficilmente digeribile. Una specie di insopportabile viaggio avanti e indietro nel tempo alla ricerca del tempo perduto, senza un minimo di fascino e la necessaria empatia, imprescindibile per far si che lo spettatore riesca a subire qualsiasi violenza da parte del regista, seduto sulla sua poltroncina. Una cosa che quasi sempre riesce a Lynch, come l'illuminato recensore di http://www.spaziofilm.it/ fa notare tra le righe, ma che in questo caso non riesce a Coppola.

A niente serve la presenza della bella Alexandra Maria Lara, nei panni doppi della donna del professore, già vista ne La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler, e le apparentemente svogliate prestazioni dei grandi Bruno Ganz e di Tim Roth.

Soporifero.

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