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20071127

il culto del cargo

alla radio ieri parlavano di questa cosa, molto interessante, che non conoscevo. copio incollo da wikipedia un pò di informazioni.


Un culto del cargo (Cargo cult) è una tipologia di movimento religioso che storicamente si è manifestata in Melanesia, nel Pacifico sud-occidentale. I membri di un culto del cargo credono che i beni occidentali provenienti dall'industria (i 'cargo', i cosiddetti carichi di beni spediti per via aerea) siano stati creati dagli spiriti degli antenati e fossero destinati alle popolazioni melanesiane. I bianchi, al contrario, avrebbero slealmente preso controllo di questi oggetti. I culti del cargo quindi sono indirizzati a purificare le loro comunità e quello che loro percepiscono come influenzato dai bianchi conducendo dei rituali simili ai comportamenti che i locali hanno visto assumere dagli occidentali, presumendo che questi riti possano far giungere i cargo. Una peculiarità dei culti del cargo sono la credenza che gli agenti spirituali in futuro facciano arrivare dei cargo molto più di valore, e i prodotti più desiderati dai partecipanti al culto.

I culti del cargo sono stati notati dalla comunità scientifica fin dal diciannovesimo secolo, ma la loro più grande espansione è avvenuta dalla Seconda Guerra Mondiale in poi. I cultisti non comprendono appieno il significato della produzione industriale e del commercio, ed hanno un limitato potere d'acquisto. La loro conoscenza della società, della religione e dell'economia occidentali sarebbe rudimentale. Questi culti sono una risposta alla confusione e all'insicurezza derivanti dal contatto con l'Occidente, e razionalizzano la loro situazione riferendosi a simboli magici e religiosi che vengono associati con la cristianità e la società occidentale. Tra le varie differenze culturali e una vasta area geografica melanesiana ci sono stati casi di movimenti organizzatisi indipendentemente gli uni dagli altri.

Gli esempi più famosi di comportamenti derivati dal culto del cargo sono le false piste di atterraggio, gli aeroporti e le radio fatte di noci di cocco e paglia, costruiti dai membri del culto nella credenza che le strutture avrebbero attratto aerei da trasporto pieni di 'cargo'. I credenti inoltre inscenano finte trivellazioni e marce, dotandosi di martelli pneumatici e fucili costruiti con del legname, usando finte insegne militari e dipingendosi il corpo con la scritta "USA", per camuffarsi da soldati.

Tutt'oggi molti storici ed antropologi obiettano che il termine "culto del cargo" sia un modo poco preciso per identificare una vasta varietà di fenomeni. Tuttavia è diventato il modo più comune per denominarli ed il termine continua ad essere usato oggi. In maniera più precisa tali culti sarebbero spesso identificabili come culti millenialisti, nel senso di un futuro utopico portato loro da un messia.

Storia
I discorsi sul culto del cargo solitamente iniziano riferendosi ad una serie di movimenti avvenuti verso la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo. Il primo culto del cargo conosciuto è stato il 'Movimento Tuka', iniziato nelle isole Fiji nel 1885. Altri tra i primi movimenti sono avvenuti in Papua Nuova Guinea, incluso il 'Culto Taro' nella Papua settentrionale, e la Pazzia dei Vailala documentata da F.E. Williams, uno dei primi antropologi ad operare in Papua Nuova Guinea.

Il periodo classico di attività del culto del cargo, ad ogni modo, è stato negli anni durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. La vasta quantità di materiale di guerra che è stata paracadutata sopra a quelle isole durante la campagnia del Pacifico avvenuta contro l'Impero del Giappone ha significato un drastico cambiamento dello stile di vita degli isolani. Prodotti industriali come vestiti, cibo in scatola, tende, armi ed altri beni di utilità arrivarono in grandi quantità per rifornire i soldati e anche gli isolani che erano le loro guide ed ospiti. Alla fine della guerra le basi aeree furono abbandonate, e i 'cargo' non furono più paracadutati.

Per far si che i carichi di beni tornassero ad essere paracadutati o anche portati per via aerea o per mare, gli isolani hanno iniziato ad imitare i comportamenti che hanno visto assumere dai militari occidentali. Hanno quindi fabbricato cuffie audio dal legno indossandole seduti dentro a finte torri di controllo da loro costruite. Hanno iniziato mimare segnali di atterraggio aerei in mezzo alle piste e hanno acceso segnali di fuoco e torce per illuminare le piste di atterraggio e i fari di posizione. I cultisti pensavano che gli stranieri avessero una speciale connessione diretta con i loro antenati, che secondo loro erano gli unici esseri ad avere il potere sufficiente a produrre le ricchezze dei cargo.

In una sorta di magia simpatetica, molti di loro hanno costruito, con i mezzi a loro disposizione, riproduzioni a grandezza naturale di aereoplani e hanno costruito nuove piste di atterraggio simili a quelle occidentali, nella speranza che questo avrebbe attirato molti più aereoplani pieni di 'cargo'. Sfortunatamente, queste pratiche non portarono al ritorno degli aeroplani semi divini, pieni di tutti quei meravigliosi carichi che venivano paracadutati durante il conflitto, ma hanno finito per sradicare ogni altra pratica religiosa locale esistente prima della guerra.

Un caso più recente di questo tipo di comportamento si ebbe nel 1979, quando la nave taiwanese Lunchaun, che trasportava un grosso carico di componenti elettriche, si rovesciò nell'oceano polinesiano. Gran parte del carico rovesciato venne saccheggiata dagli isolani locali, che ricavarono dai detriti recuperati degli oggetti, alcuni di uso pratico, altri di uso rituale. Interessante notare che molti di questi appaiono essere stati pensati come semplici ma potenti elettromagneti, i quali, per semplice fortuna o per sperimentazione, sembrano aver funzionato più o meno bene.

Alla fine questi culti sono svaniti, ma il termine è rimasto in uso nella lingua corrente per indicare un gruppo di persone che imitano l'aspetto estetico superficiale di un processo o sistema senza averne la comprensione delle meccaniche profonde.


Altra casistica di culto del cargo
Un culto simile, la danza degli spiriti, si è presentato dal contatto tra le due civiltà dei Nativi americani e degli anglo-americani alla fine del XIX secolo. Il profeta Wovoka della tribù dei Paiute predicava che danzando in un certo modo gli antenati sarebbero tornati per mezzo della ferrovia e che una nuova terra avrebbe coperto la gente bianca.

Una religione descritta come "culto del cargo" si sviluppò durante la guerra del Vietnam tra alcuni appartenenti al popolo Hmong dell'Asia Sudorientale. Il nucleo del loro credo era che la seconda venuta di Gesù Cristo fosse imminente, solo che questa volta sarebbe arrivato indossando una tuta mimetica e guidando una jeep militare, per portarli via nella terra promessa. Le origini sono sconosciute, ma si può supporre che sia stato estratto dalle immagini del nuovo potere che apparve loro in quel periodo, in forma di militari statunitensi e di missionari cristiani occidentali.

Un più recente esempio di visione del mondo mitologica nata da una interpretazione di pratiche scientifiche è accaduto in Africa dove una organizzazione umanitaria ha distribuito abaci con palline rosse e bianche corrispondenti al ciclo mestruale femminile con l'intento di rallentare e stabilizzare la crescita della popolazione. Alle donne venne spiegato come spostare una pallina al giorno, e come avere rapporti solo nei giorni con le palline bianche. Tuttavia, l'esperimento fallì, e la popolazione crebbe nelle case in cui l'abaco era in uso. Le donne credettero che gli abaci fossero magici, e che le avrebbero protette dalla maternità se avessero spostato una pallina bianca al posto di una rossa prima dei rapporti.

Alcuni Indiani dell'Amazzonia hanno scolpito imitazioni in legno di registratori di audiocassette (gabarora, dal portoghese gravadora o dallo spagnolo grabadora) che usano per comunicare con gli spiriti.

etc.

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