No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20140318
Bullets and Tears
Si riprende esattamente da dove ci eravamo interrotti, e c'è da dire che lo sceriffo Lucas Hood si è conquistato il rispetto e la stima perfino di chi inizialmente lo osteggiava. Certo, le cose non si può dire che siano tranquille a Banshee: Carrie/Ana è fuori da casa ma non ha certo intenzione di rimettersi con Lucas (ricordiamoci che non è il suo nome, e che ancora quello vero non lo conosciamo), Rebecca deve decidere se "abbracciare il lato oscuro" dopo l'esplosione che ha ucciso il giovane sindaco, Job e Sugar devono "dare una mano" trafugando il corpo del vero Lucas Hood dall'obitorio, l'agente speciale FBI Racine arriva a Banshee in seguito alla sparatoria (season finale della precedente stagione), incaricato di condurre un'audizione federale a porte chiuse con i protagonisti, e, pur dimostrando di non credere per un istante che Hood sia il vero Hood, è palese che sia molto più interessato ad incastrare Rabbit che a Hood (?) o Carrie (la quale comunque è costretta a passare un mesetto in gabbia, visto che si rifiuta di fornire informazioni su Rabbit), e si rivela quindi esageratamente indulgente, mettendo semplicemente sotto supervisione federale il dipartimento dello sceriffo e non punendo Hood in quanto ha agito da civile.
Naturalmente, tutto questo viene "festeggiato" dalla banda dei quattro (Hood, Carrie, Job e Sugar) con un bel colpetto ad un furgone portavalori (i proventi del casinò Kinaho), che però viene "azzoppato" da un misterioso motociclista in nero.
Mentre veniamo a conoscenza che l'autorità di Alex Longshadow sta venendo messa in discussione da alcuni membri del consiglio, e Deva viene beccata per taccheggio ma riesce a sbrogliare la situazione da sola dimostrando spiccate doti da truffatrice (e chissà da chi può aver preso), scopriamo (tramite Racine) che Rabbit ha un fratello sacerdote, e che il vero figlio di Hood si aggira ancora nei paraggi di Banshee.
Chi si è appassionato della serie più politicamente scorretta della tv americana, non rimarrà sicuramente deluso dalla seconda, adrenalinica stagione. Banshee prosegue dritto e imperterrito sulla sua strada misogina, machista, violenta, irrorando di sangue e sperma tutto quello che si trova di fronte. Le storylines secondarie servono esclusivamente per alzare il livello di violenza: fate caso al delitto dell'indianina Lana Cleary (The Warrior Class, 2x03), o alla "casuale" introduzione del gruppo di skinheads nella storia (Evil for Evil, 2x08). Ed è una violenza totalmente "occhio per occhio", una sorta di giustizia fatta in casa, che pare una valvola di sfogo televisiva per gente come noi, gente di sinistra che deve tenere il punto sull'antigiustizialismo, sull'essere contrari alla pena di morte e sull'essere garantisti.
Il lato voyeristico viene arricchito dal maggior minutaggio che ottiene Trieste Kelly Dunn (Siobahn Kelly), andando così ad impreziosire il gotha di questa serie che già conta scene di nudo a pacchi da parte delle bellissime Ivana Milicevic (Ana/Carrie), Lili Simmons (Rebecca), Odette Annable (Nola).
Antony Starr (Lucas Hood?) si conferma una fantastica scoperta, e Hoon Lee (Job) pure.
Le regie rischiano di far impallidire i "soliti" registi di film d'azione, la colonna sonora è più che soddisfacente e sforna diverse sorprese, la serie è già stata rinnovata per una terza stagione (il primo episodio si intitolerà The Fire Trials), che andrà in onda nel 2015. Se non lo sapeste, sono stati diffusi pure 24 mini-episodi intitolati Banshee: Origins (2 serie da 12 episodi), che sono delle piccole "finestre sul passato" dei vari personaggi principali. Li trovate su questo sito.
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