Giusto per aggiornamento, il piccolo intervento di impianto pacemaker è stato eseguito ieri mattina (come preventivato) con successo. Così tanto successo che ieri sera, al passo delle 18, mio padre ci ha allegramente mandati affanculo, a me e a mia sorella, perché lo prendevamo in giro per la cena "da ospedale". Seguiranno ancora accertamenti, e addirittura un ulteriore intervento ad un dente, perché i diligentissimi dottori dell'ospedale livornese vogliono dimetterlo senza sospetti di ulteriori infezioni. Per cui, dovrà stare ancora qualche giorno ricoverato. Naturalmente, ringrazio tutti quelli che si sono preoccupati, sia qui che per telefono, fa sempre piacere.
La ragione per cui avevo scritto il post precedente in anticipo, era perché da venerdì a ieri sono stato assente per un weekend lungo. Dove? Niente popo' di meno che in Montenegro. Seguiranno foto e racconto. Posso però anticiparvi che, come in occasione del viaggio in Macedonia del settembre scorso, i vicini Balcani, ex Jugoslavia, riservano sorprese per chi non se ne è mai interessato, ma pure a chi, come me, ha una voglia matta di conoscerli meglio: anche il Montenegro, per farla breve, offre degli scorci eccezionali, e pensate che ci sono stato solo 3 giorni, che sono pochi, seppure il Paese sia piccolo (ma, in effetti, piuttosto differente morfologicamente).
La cosa curiosa accaduta ancora ieri sera, nella stanza di ospedale dov'è ricoverato mio padre, è la seguente. Da ormai 10 giorni, mio padre divide la stanza con un signore di evidenti origini non italiane. Il mio orecchio curioso aveva supposto che lui e la famiglia fossero albanesi, seppure i figli siano probabilmente nati qui, o comunque vivano qui da molti anni, perché switchano le lingue con molta nonchalance. Ieri sera, l'arcano si è svelato, e si è rivelato interessante e perfino bello.
Mia sorella, mentre eravamo tutti in quella camera (io, mio padre e lei, due amici nostri, il signore, sua moglie e una delle figlie), mi ha detto che tutti i luoghi "balcanici" da me visitati loro li conoscevano. E quindi abbiamo cominciato a parlarne. E lì si è scoperto che questo omino, in quel letto di ospedale apparentemente ancor più fragile di mio padre, viene dal Kosovo, e si, parla albanese. E che nel '99 è fuggito dall'allora Serbia per sfuggire alle persecuzioni di Milosevic, attraversando alcuni luoghi da me visitati in Macedonia (mi ha detto proprio così: "nel '99 sono scappato attraversando i confine e passando da quei posti dove sei stato in Macedonia, e poi arrivando in Albania da quel confine che tu non hai trovato, vicino a Struga", dato che gli avevo raccontato questa peripezia). Fate come cazzo vi pare, ma questa è sia storia, sia vita vera, e che vita; inoltre, se non vi tocca almeno un poco, beh, allora votate Lega o Le Pen.
Detto questo, abbiamo chiacchierato ancora un po', mi ha raccontato che il monastero di Sveti Naum (che in albanese si chiama in un altro modo) era albanese e che un loro re lo regalò allo Zar di Serbia, o qualcosa del genere. Mi ha segnalato dei luoghi sulla costa albanese dove andare al mare e non trovare confusione nemmeno in agosto (a sud, vicino al confine greco), e quando gli ho detto che volevo andare anche in Kosovo, prima o poi, mi ha detto che anche il Kosovo è bello, basta non avvicinarsi al confine serbo, che lì è ancora pericoloso. Insomma, ogni giorno, come mi piace dire, si impara qualcosa, basta essere disposti a farlo.
3 commenti:
Interessante tutto ma soprattutto bene per Otello
in bocca al lupo per il babbo!
Auguri Otello!
Posta un commento