Poi, mi riallaccio ad una strada più importante, e sbuco nei pressi della costa poco prima di Budva. La giornata è splendida, e la strada, con la costa sotto, ricorda un po' quella che da Castiglioncello va a Livorno (o viceversa). Tante case in costruzione, tanto cemento in arrivo su questa costa che probabilmente fino a poco fa era pressappoco incontaminata. Budva appare come un posto dove d'estate c'è un casino tremendo. Tiro dritto, che qua mi sa che il sole tramonta anche poco prima che in Italia. La strada scende, si impiana, si va leggermente verso l'interno, d'intorno si fa bruttino il panorama, seppure le montagne poco distanti siano di tutto rispetto. Ci si avvicina a Kotor. Arrivo ad una rotatoria dove il gps pare impazzire. Mi segnala, per la destinazione che gli ho impostato (Herceg Novi) di andare dritto, ma qualcosa non mi quadra. Alla fine, capisco. Mi sta indicando la direzione per andare a prendere il traghetto. Non voglio. Torno indietro, e alla rotatoria prendo verso l'interno. Ricalcolo (in serbo-montenegrino), e poco dopo ecco il tunnel del quale avevo letto. A metà, meno male ci sono i fari, altrimenti non si vedrebbe niente dal fumo, smog, nebbia, quel che è. Si esce e siamo praticamente a Kotor. Comincia la strada che costeggia la baia, che è quasi un fiordo mediterraneo. Procedo, senza forzare, mentre il sole cala. Immagino già la bellezza di fare questa strada al ritorno, nella luce del mattino, senza fretta, senza impegni, fermandosi ogni due per tre. Supero l'approdo dei traghetti "di qua", alla fine sono oltre le 18 quando arrivo ad Herceg Novi, il sole è già calato, anzi, son quasi le 19. Seguo le indicazioni del gps che ha preso solo la via, non il numero. Mi ritrovo su un lungomare in rifacimento, dove soprattutto quelle poche persone che ci sono passeggiano o fanno jogging. Immagino che mi mandino a cagare. In serbo-montenegrino. Chiedo indicazioni, devo tornare indietro. Ci provo ma mi viene in mente che la tipa dell'albergo mi aveva raccomandato di chiamare, se avessi fatto tardi. Chiamo l'albergo. Cade la linea. Mi richiama la tipa. Mi chiede di provare a spiegarle dove sono. Ci provo. In inglese. Non capisce. Non fa niente: mi dice, vai alla rotatoria all'inizio della cittadina, ci troviamo lì. Obbedisco. Rifaccio il lungomare a ritroso. Torno alla rotatoria. Aspetto. Arriva. E' anche quasi carina. Mi dice di seguirla. Saliamo su un marciapiede, e siamo sullo stesso lungomare di prima, dall'inizio. Dopo poche centinaia di metri, mi fa segno di parcheggiare in uno spiazzo esattamente qualche metro sopra la spiaggetta. Qualche metro prima, dalla parte opposta, l'albergo. Dal quale, la mattina dopo (il cronologico dice 6.56), dal terrazzo, scatterò questa foto.
Cosa succede tra l'ingresso in hotel e la foto, ve lo racconto domani. Adesso è davvero troppo tardi.
4 commenti:
passa da me appena puoi...
prepara la stanza degli ospiti
ho un divano comodissimo, giuro ;)
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