Nonostante, come qualcuno avrà notato, abbia praticamente smesso di andare al cinema, e addirittura non trovi più neppure il tempo per guardarmeli a casa, i film, negli ultimi anni molti dei miei viaggi sono scaturiti da suggestioni cinematografiche. Questo in Montenegro (Crna Gora in lingua montenegrina, lingua che è più un dialetto serbo che altro) è stato "causato" nello specifico da questo film qui, misconosciuto ingiustamente. Da quando ho visto quel film ho desiderato ardentemente trovarmi in quella baia, ed ho cominciato ad interessarmi anche ad altri luoghi lì intorno, magari per un giro di 7, 10 giorni, che addirittura ad un certo punto, nella mia testa erano divenuti 2 settimane partendo in auto dall'Italia, passando attraverso Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, e magari sconfinando in Kosovo o in Albania. Ma il destino cinico e baro non ha voluto fosse così.
Dopo più di un anno da quella visione, ho deciso che doveva essere, anche se solo per pochissimi giorni. E allora la ricerca prima è partita (ancora) dal volo, e visto che Alitalia da un anno circa ha inaugurato il Roma-Podgorica (per chi non lo sapesse, e credetemi sono in molti più di quelli che pensate, Podgorica è la capitale del Montenegro, stato indipendente dal 2006 dopo il suo distacco dalla Serbia), mi baso su quello. Qualche tempo fa quindi, prenoto il Pisa-Roma-Podgorica con una cifra quasi ridicola (sotto i 200 euro; se non lo avessi ancora detto qui, ve lo dico adesso: Alitalia è diventata competitiva, su alcuni voli a corto raggio, anche con le low cost che non siano Ryanair), partenza il venerdì e ritorno il lunedì. Meglio così che niente. Dopo di che, inizio a prefigurarmi un percorso. Prenoto l'auto dall'aeroporto di Podgorica (ultimamente, rigorosamente AVIS), e poi, quando ho più o meno chiaro il percorso, tramite il fido (ormai) booking.com, 3 notti in 3 luoghi diversi. Venerdì scorso, parto. Auto fino all'aeroporto di Pisa, solito parcheggio che vi ho segnalato la volta scorsa, check in al banco (minchia, quanto era che non facevo il check in al banco...e invece no, son passati solo due mesi), tra l'altro, riconosco la tipa (era anche lei sul volo Ryan per e da Sevilla) e glielo faccio notare ("che fisionomista che è!"), e via. Pisa-Roma nuvoloso, per cui non si gode il panorama costiero. A Roma cambio terminal, una lunga passeggiata, attendo un poco, il volo è subappaltato (non so se si dice così in questi casi) ad Air Montenegro, e noto che la leggenda delle squadre di basket che vanno in Montenegro per reclutare nuovi giocatori non è proprio una leggenda: già i giovani che tornano a casa, magari per il weekend, sono davvero altissimi.
Il volo per Podgorica gode di un cielo già molto meno nuvoloso, e quando abbiamo quasi attraversato l'Adriatico, si cominciano ad intravedere le coste chiamiamole "balcaniche", intravedo una pista d'atterraggio vicinissima al mare e immagino sia quella di Tivat, un piccolo aeroporto vicino proprio alla baia di Kotor. Invece, dato che ormai ho visto anche così tante foto, studiato il paesaggio perfino su google maps che lo riconoscerei ad occhi chiusi, mi accorgo che la baia arriva adesso, ci siamo sopra. Poco dopo, un'altra pista. Ecco, ecco, allora questo è Tivat, l'altro era...ma si, l'aeroporto di Dubrovnik, in Croazia ma vicinissimo al confine. Intanto, annunciano l'atterraggio. Una spianata, un lago immenso. Lo Skadar. Ecco Podgorica. Atterriamo, l'aeroporto è, come potete immaginare, minuscolo. Timbro il passaporto nuovo nuovo (a proposito, adesso, almeno al commissariato del paesello, solo una settimana per rinnovarlo completamente), mi dirigo verso il banco AVIS, un altro ragazzone altissimo col quale ci scambiamo le poche parole della lingua dell'altro, e interloquiamo ovviamente in inglese, mi consegna l'auto. Una Dacia Sandero, pensate un po'. Ho richiesto anche il navigatore, che, scoprirò molto presto, anche se settato dal ragazzone, in italiano ha solo le scritte, ma la voce è solo in serbo (montenegrino?). Si parte. Al primo, anzi al secondo benzinaio faccio il pieno, non si sa mai. Dritto verso la costa, attraverso il lungo ponte sul lago Skadar. Suggestivo. Poi, non so come, ignoro carta e navigatore, e prendo una strada di montagna. Ne varrà la pena.
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