Qualche giorno fa mi è tornata in mente Jewel, una bellissima sorpresa di diversi anni fa, vista anche in concerto allo Zelig di Milano all'epoca del suo esordio discografico. Dopo la cocente delusione del suo 0304, mi ero dimenticato di lei, o meglio, l'avevo rimossa. Quel disco era orrendo. Ricordandola, ho ascoltato il suo Goodbye Alice in Wonderland del 2006: non fa schifo come l'abominio sopra citato, ma siamo ormai lontani dai giorni in cui lo scricciolo biondo nordamericano ci incantava con le sue storie. Sono entrato così nel trip delle voci femminili, trip che mi capita a fasi cicliche. Ho recuperato i due lavori di A Girl Called Eddy, e non ne sono rimasto tanto entusiasta, anche se alla fine sono ascoltabili. Ho apprezzato il primo lavoro solista di Dolores O'Riordan, anche se a lungo andare l'altalena della sua voce ti fa urlare "bastaaaa!", ho dato una chance a Jill Scott, anche se continuo a preferirle Diana Krall, non mi ha, per il momento, entusiasmato, Julie Feeney, nonostante una recensione entusiastica letta in giro, e neppure Keren Ann della quale le riviste specializzate parlano alla grande. Stendendo un velo pietoso sull'ultimo Macy Gray, mi è piaciuto invece il nuovo American Doll Posse della sempreverde Tori Amos, una marcia rock in più al suo abituale songwriting. Passando indenne dall'ascolto degli RTX di Jennifer Herrema, arrivo al punto: il nuovo disco di Leslie Feist è bellissimo e vellutato come un fiore appena sbocciato. Si chiama The Reminder e, al momento, è tra i miei 4 o 5 preferiti di questo 2007. Mi rendo conto che mi sto rammollendo, che sono lontani i tempi delle L7, ma así es la vida, damas y caballeros. Leslie Feist. La vorrei baciare. Giuro.
1 commento:
non avevo letto (ma va? quando mai) ma mi unisco profondamente all'ultimo giudizio (degli altri non so praticamente una fava)
feist oltre a essere bellissima ha una voce che incanta. brafo
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