Bedlam in Belgium 1
Eccomi qua, ospite da ieri degli splendidi Sabien e Dria, e della loro bimba di 5 anni Matilde. Siamo a Gent, Belgio fiammingo. Ho capito ieri, finalmente, che il Netherlands, cioè l'olandese (leggerissimamente cambiato) è una delle lingue ufficiali del Belgio, insieme al Francese e al Tedesco. Ebbene si.
Ieri Dria e Matilde sono venuti a prendermi in macchina a Charleroi, Bruxelles Sud, un aeroporto minuscolo rivitalizzato, come ormai decine e decine di aeroporti in tutta Europa, da Santa Ryanair (lo ripeto ancora una volta: una compagnia aerea che ci ha cambiato la vita, a quasi tutti). Minuscolo ma, mi pare, ben collegato. Un'oretta di auto e siamo a Gent, anzi, a Sint Amandsberg, periferia di Gent. Quartiere con strade con limite di velocità 30 all'ora, biciclette che hanno sempre la precedenza (a parte i pedoni), un parco verdissimo dietro casa, nessun negozio. Qualità della vita: questo c'è alla base della scelta di questa coppia di amici, aiutati dal fatto che Sabien è belga.
La gente non è caldissima ed espansiva, ma sono tutti molto gentili. Questa è l'impressione del primo pomeriggio in Belgio. Ma il bello doveva ancora venire.
Questa mattina ho accompagnato Dria all'ufficio comunale dove doveva portare una foto tessera e un documento per avere un qualche documento fondamentale per la cittadinanza. Nell'ufficio, impiegate e impiegati sorridenti, vestiti casual, arredamento spartano ma per niente grigio; impiegati che si alzavano dalla loro scrivania per venire al banco e chiederti se ti stavano servendo, riuscite ad immaginarvi una cosa del genere in Italia?
Non è finita qui. Un sacco di immigrati, giovani, di seconda o terza generazione, ognuno che aspettava il suo turno senza bisogno di code o di numerini, tranquillamente seduti. Nessuno che ti o si guarda storto. Impiegati che sorridono. Sorridono, avete capito? Ho pensato inoltre, insieme a Dria, che in fondo qui è un immigrato, che la percentuale i immigrati in Belgio rispetto alla popolazione è decisamente più alta che in Italia. Quindi, Silvio, Umberto, Gianfranco, ma anche, ma anche, Pierferdinando e Walter, dove sta il nostro problema?
Oggi pomeriggio giro in centro in bici e a piedi. Sopralluogo al Vooruit, il locale dove domani sera vedremo gli Hellacopters in concerto, una struttura bella architettonicamente che apparteneva al sindacato socialista, una sorta di Casa del Popolo però con 318 sale. Giro lungo i canali, le viuzze, i baretti, le piazze, guardando le guglie post-neo-finto gotiche non solo delle chiese. Una bella cittadina, dunque.
Ad un certo punto, fermi su un marciapiede, ci passa davanti una comitiva che pare scolastica. Una ragazzina mi guarda e sembra che mi faccia dei versi con la bocca che hanno tutta l'aria di essere dei bacetti, un'altra dietro che sembra canticchiare qualcosa che pare essere la parola sexy. Un'altra biondona che mi incrocia e non mi stacca gli occhi di dosso. Addirittura 3 ragazzi, molto leccati e probabilmente molto gay, il più bello di loro si prende un torcicollo per guardarmi più che può. Mi fermo e controllo: magari ho la patta dei pantaloni aperta e non me ne sono accorto. O magari sto sognando. O forse il Belgio mi sta chiamando.
6 commenti:
ha fatto un'ottima impressione
anche a me
un ci pensare nemmeno, sai!!!!
il belgio e' bellissimo!
poi fanno le patatine fritte ad ogni angolo e le birre sono le migliori!!
ti ha già chiamato......ti sta dando lavoro.
per questo ho il massimo rispetto
baugigi e' belga'
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