Sono rimasto un po' indietro sulla vicenda Georgia/Russia/Abkhazia/Ossezia, visto che nei giorni caldi ero in Argentina e leggevo poco i giornali. Cercando di recuperare, ho chiesto un punto di vista ad un'amica russa. Il succo è stato questo: è colpa degli americani, ed è l'ora che la smettano di fare gli sceriffi del mondo. Parlo spesso con questa amica, e a suo tempo mi ha spiegato sommariamente le differenze tra l'U.R.S.S. e l'attuale Russia di Putin/Medvedev. Anche qui, il succo: ai tempi dell'Unione avevamo tutto garantito, e io avevo la mia libertà. Adesso devo venire in Italia a lavorare, per mantenere la mia famiglia (è vedova ed ha una figlia di circa 14 anni), però i giovani che studiano e hanno voglia di fare hanno grandi possibilità. La scuola funziona, meglio di prima, ma c'è una grande criminalità e poche persone hanno un sacco di soldi.
Detto questo, e tornando sull'argomento della crisi georgiana, la fotografia interessante che ne fa Lucio Caracciolo su Repubblica di ieri (qui), con testimonianze dirette di Putin e Medvedev, mi pare da non sottovalutare. In un mondo così in movimento, bisogna ricominciare a tenere conto della Russia.
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