Death Spells - Holy Fawn (2018)
Pare che la band di Phoenix, Arizona, prima di virare genere ed assumere questo nome (cerbiatto sacro), fosse dedita ad una sorta di folk oscuro. Ha senso. Il loro primo album, dopo un EP dal titolo Realms risalente al 2016, che risale ormai a due anni fa, è un meraviglioso e decadente viaggio in un bosco bellissimo, ma che spaventa, senza capire il perché. Momenti di shoegaze solo concettualmente metal, ma che possono richiamare perfino i maestri Cocteau Twins, sono la preparazione di esplosioni di violenza ed aggressività, dove la voce si confonde con il drone che risucchia chitarre, basso e batteria. Una voce che potrebbe trarre in inganno: è quella del chitarrista Ryan Osterman, che riesce a sembrare una voce femminile sulle parti shoegaze, mentre su quelle urlate acquista una certa potenza. Attendiamo il loro secondo album, e magari di vederli dal vivo, chissà, nel 2021, anche se non in Italia.
It seems that the band from Phoenix, Arizona, before turning genre and taking this name, was dedicated to a sort of dark folk. This make sense. Their first album, after an EP titled Realms dating back to 2016, which dates back to two years ago, is a wonderful and decadent journey in a beautiful wood, but one that scares, without understanding why. Moments of shoegaze only conceptually metal, but which can even recall the Cocteau Twins masters, are the preparation of explosions of violence and aggression, where the voice is confused with the drone that sucks in guitars, bass and drums. A voice that could be misleading: it is that of guitarist Ryan Osterman, who manages to sound like a female voice on the shoegaze parts, while on those screaming he acquires a certain power. We look forward to their second album, and maybe to see them live, who knows, in 2021, even if not in Italy.
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