Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Il film inizia con un clip audio del presidente Barack Obama che afferma che gli Stati Uniti avevano il 5% della popolazione mondiale ma il 25% dei prigionieri del mondo. Questo film presenta interviste a diversi attivisti, accademici, personaggi politici di entrambi i principali partiti politici statunitensi e personaggi pubblici, come Angela Davis, Bryan Stevenson, Michelle Alexander, Jelani Cobb, Van Jones, Newt Gingrich, Cory Booker, Henry Louis Gates Jr., e altri.
Esplora la storia economica della schiavitù e della legislazione e delle pratiche razziste post-Guerra Civile che l'hanno sostituita. DuVernay sostiene la teoria che il lavoro forzato dei carcerati è un "sistema di controllo razziale" che, in pratica, ha sostituito la schiavitù dopo la sua abolizione.
Molto interessante questo documentario della brava regista statunitense, uscito su Netflix in un momento topico delle proteste del movimento Black Lives Matter, che espone una teoria audace, ma che non mi sento di escludere del tutto.
Very interesting this documentary by the good female Afro American director, released on Netflix in a key moment of the protests of the Black Lives Matter movement, which exposes a bold theory, but which I do not feel to exclude entirely.
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