In Cauda Venenum - Opeth (2019)
Seppure non sia esattamente il genere che preferisco, e nonostante il percorso musicale degli svedesi Opeth li abbia portati molto distante da dove sono partiti, sfido chiunque a non ammettere la bellezza cristallina di questo loro tredicesimo album, uscito due anni fa, tra l'altro in due versioni, una con il cantato in inglese, l'altra in svedese, e dal titolo latino, che come molti di voi latinisti sapranno, significa più o meno che spesso, la stoccata arriva alla fine. Un album di rock (più che metal) progressivo di finissima fattura, che ricorda le grandi atmosfere delle band leggendarie degli anni '70 come Pink Floyd, Yes, EL&P e via discorrendo. Incedere maestoso, uso degli archi e delle tastiere, introduzioni soffici e crescendo imponenti. Davvero un disco da non sottovalutare, seppur leggermente fuori dal tempo.
Although it is not exactly the genre I prefer, and despite the musical journey of the Swedes Opeth has brought them very far from where they started, I challenge anyone not to admit the crystalline beauty of their thirteenth album, released two years ago, among other things. in two versions, one with the sung in English, the other in Swedish, and with the Latin title, which as many of you Latinists will know, means more or less often, the stab comes at the end. A progressive rock (rather than metal) album of very fine workmanship, reminiscent of the great atmospheres of the legendary bands of the 70s such as Pink Floyd, Yes, EL&P and so on. Majestic gait, use of strings and keyboards, soft introductions and imposing crescendo. Really a record not to be underestimated, albeit slightly out of time.
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