Flux - Poppy (2021)
Moriah Rose Pereira aka Poppy è quindi arrivata al quarto album, con questo Flux. Ormai conosciamo il percorso, che con questo album cementa il suo flirt dell'iniziale art pop misto a bubblegum pop, con heavy metal e un tocco di industrial music. Sono d'accordo con il fatto che la produzione di Flux (a cura di Justin Meldal-Johnsen) risulta più organica ed omogena rispetto al precedente I Disagree; d'altro canto, come altrettanto giustamente sottolinea Exclaim!, "Poppy dice molto chiaramente che la sua nuova nicchia è non avere una nicchia". E infatti, dentro al pur breve disco del quale stiamo parlando (nove tracce per poco più di 30 minuti di musica), ci trovate di tutto un po', il che continua ad essere spiazzante, ma affascinante.
Moriah Rose Pereira aka Poppy has therefore arrived at the fourth album, with this Flux. By now we know her path, which with this album cements her flirtation of their initial pop art mixed with bubblegum pop, with heavy metal and a touch of industrial music. I agree with the fact that the production of Flux (by Justin Meldal-Johnsen) is more organic and homogenous than the previous I Disagree; on the other hand, as Exclaim! equally rightly points out, "Poppy very clearly says that her new niche is to not have a niche". And in fact, inside the short album we are talking about (nine tracks for just over 30 minutes of music), you can find a little bit of everything, which continues to be unsettling, but fascinating.
Nessun commento:
Posta un commento