Stray Dogs - Di Tsai Ming-liang (2013)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Un uomo e i suoi due giovani figli, un maschio e una femmina, sono senzatetto a Taipei. Durante il giorno, il padre ha un lavoro come human billboard (le persone che sostengono un cartello pubblicitario lungo una strada trafficata). I bambini trascorrono il loro tempo girovagando per negozi e il paesaggio, che sembra essere per lo più spopolato. La famiglia si riunisce di notte per lavarsi nei bagni pubblici e dormire in edifici abbandonati. Si sentono solo occasionali conversazioni casuali. Passano lunghe sequenze senza dialoghi, con l'uomo che compie attività quotidiane: mangiare, bere, dormire, fumare, urinare, defecare, a volte piangere. Ovviamente depresso, aggredisce violentemente, e poi mangia, un cavolo antropomorfo che sua figlia ha tenuto come giocattolo. Una donna, forse la madre dei ragazzi, forse no, osserva di soppiatto la famiglia.
Onestamente, uno dei film di Tsai Ming-liang che mi è piaciuto di più, nonostante alcuni critici accreditati sottolineino che forse più di altri suoi film, Stray Dogs sia sovente un susseguirsi di scene senza soluzione di continuità. La fotografia è splendida, e il film è surreale come al solito, ma totalmente coinvolgente, nella sua miseria.
Honestly, one of Tsai Ming-liang's films that I liked the most, although some accredited critics point out that perhaps more than any of his other films, Stray Dogs is often a succession of scenes with no link between one and the next. The cinematography is gorgeous, and the film is surreal as usual, but totally engaging, in its misery.
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