Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Nell'agosto del 1876, a Fort Starke, un piccolo avamposto dell'Esercito di Frontiera, sull'orlo del pensionamento, l'anziano veterano di cavalleria Nathan Cutting Brittles riceve un'ultima missione: fronteggiare l'evasione dei Cheyenne e degli Arapaho dalla loro riserva in seguito alla sconfitta di George Armstrong Custer nella battaglia del Little Big Horn, e impedire una nuova guerra di frontiera. Il compito di Brittles è complicato da un secondo ordine: accompagnare la moglie e la nipote del suo comandante, Abby Allshard e Olivia Dandridge, su una diligenza diretta a est. I suoi ufficiali di truppa, il Tenente Flint Cohill e il Sottotenente Ross Pennell, si contendono l'affetto di Olivia, mentre attendono con apprensione il pensionamento del loro capitano e mentore. Ad assistere il Capitano Brittles nella sua missione c'è il suo capo scout, il Sergente Tyree, un tempo capitano di cavalleria confederato; il suo primo sergente, Quincannon; e il maggiore Allshard, amico di lunga data di Brittles e ufficiale comandante. (Wikipedia)
Secondo film della "Trilogia della cavalleria" di Ford, insieme a Fort Apache (1948, in italiano Il massacro di Fort Apache) e Rio Grande (1950, in italiano Rio Bravo), uno dei budget western più alti fino a quel momento, fu un grande successo per la RKO. Il film prende il nome da una canzone popolare tra i militari statunitensi. Girato nella Monument Valley, Ford e il direttore della fotografia Winton C. Hoch basarono gran parte delle immagini del film sui dipinti e sulle sculture di Frederic Remington, e il film vinse l'Oscar per la migliore fotografia a colori nel 1950. Ottimo a livello tecnico, abbastanza prevedibile a livello di sceneggiatura.
The second film in Ford's "Cavalry Trilogy" along with Fort Apache (1948) and Rio Grande (1950), one of the highest-budget Westerns up to that point, was a major success for RKO. The film takes its name from a popular song among U.S. servicemen. Shot in Monument Valley, Ford and cinematographer Winton C. Hoch based much of the film's imagery on Frederic Remington's paintings and sculptures, and the film won the Academy Award for Best Color Cinematography in 1950. Technically excellent, the script was fairly predictable.

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