Sto ascoltando il nuovo disco degli Interpol, Our Love To Admire. Splendida copertina. Li ho visti un paio di volte dal vivo, e sono delle pippe. Ma in studio ci sanno fare, e riescono a scrivere delle canzoni che sembrano sempre delle minestrine riscaldate estratte dal solito dado, ma funzionano. Sembrano leggermente meno cupi rispetto ai primi due lavori, addirittura un po' più duri, e il disco funziona, ti avvolge, ti accarezza e ti trascina in una spirale di malinconia appena sussurrata, ma presente.
Heinrich Maneuver ad esempio, è una di quelle canzoni che avresti voluto scrivere tu. Per poi poterle cantare controvento. E batterlo.
1 commento:
Hai ragione, dal vivo sono proprio delle pippe, si sentono troppo divi. Ascolterò l'ultimo, il secondo per me non era hai livelli del primo, spero in questo.
Citino
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