E' inquietante. Un po' tutto, dico.
C'è la crisi. Dappertutto, come dice Bugo. Il prodotto che vende la società dove lavoro, non si sa perchè, "tira" da matti e noi non siamo capaci di farne non dico abbastanza, ma almeno una quantità decente. Secondo me non ci mandano a casa solo perchè, appunto, il mercato su questa cosa tira e quindi non possono (mandarci a casa).
Sto tentando da un po' di fare un bilancio sentimentale dell'anno appena (insomma, appena) terminato, e ancora non ci sono riuscito. Ma so come mi orienterò per quest'anno: come sulla cittadinanza. Mi spiego meglio.
L'Italia, ormai, è una specie di Repubblica delle banane. Un paese pieno di persone in preda alle nevrosi, guidate dai sentimenti più bassi, titillate e indirizzate dall'arena televisiva (pessima). Abbiamo perso completamente la memoria, se mai ne abbiamo avuta una. Il governo va avanti seguendo un programma alla giornata: demagogia e populismo allo stato puro e semplice. Oggi il popolo bue con chi ce l'ha? Ecco, ce la prendiamo con quello. Va tutto male? L'importante è fare quello che suggerisce il Papa (Capo di un altro Stato).
Vorrei davvero, come dice l'amico Valery, dare indietro il passaporto. Ma non è fattibile. E allora?
E allora, profilo bassissimo. Cerco di non farmi notare. Faccio il mio lavoro, faccio le mie cose, a bassa voce. Mi mimetizzo. Credo che non andrò più a votare. Cercherò di disinteressarmi alle cose politiche italiane. Cercherò di evitare, quando vado all'estero, di parlare del mio paese. Il minimo indispensabile. Con chi si trova bene in questa situazione, anche amici, parlerò del tempo. Mi piacerebbe trasferirmi per lavoro. Ma ci sono pochissime possibilità. Ho chiesto se ce n'erano, ma la risposta è stata elusiva. Per cui, testa bassa, che siamo dissidenti. Silenziosi, ma dissidenti.
Continuando ad approfittare di quelle sacche di cultura che sopravvivono e che ci danno piacere, come i cinematografi, le sale da concerto, i ristoranti, le pizzerie perchè no. Internet, perfino. No?
Riguardo ai sentimenti, ne parlerò più avanti, quando mi sentirò pronto per metterli in piazza. Mi invaghisco di donne che non mi vogliono "in quel senso", magari vado a genio ad altre che non vanno a genio a me. C'è poco da fare. Oppure sono già occupate, e quindi mica si può dar loro fastidio. Profilo basso. Disinteresse, almeno cercare di darlo a vedere. Cuore in inverno. In frigo, come già detto diversi mesi fa. Finchè ci sta.
Si vive lo stesso. Senza emozioni forti, vero. Ma che fare, sennò?
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nonenon...straniero nella mia nazione...bella Neffa...profeta...
3 commenti:
quando vorrai, la mia casa sarà la tua casa. e saremo abbastanza lontani da non sentire il rumorino di quest'italietta.
Secondoi me dovevi arrivare a alimatha il giorno che son rientrato io, sbarcavano 30 modelle de l'oreal.
Poi vedrai il basso profilo si rialzava.
Jumbolo, ti capisco. E forse non è una semplice coincidenza che me ne sia andato, almeno a metà. Però credo che non riuscirei mai a staccarmi dal nostro paese completamente, e soprattutto non credo che lo vorrei: qui è ancora casa.
Sono d'accordo, tantissime cose non vanno. Il premier persegue la sua strategia di autobeatificazione, il governo mi ricorda una massa di pecore succubi del cane pastore, l'opposizione è normalmente divisa, e non di rado patetica, il senso civico degli Italiani è sotto le scarpe, e l'educazione la svolgono i varietà televisivi.
Ma qui è, tutto sommato, ancora casa, non ce la faccio a staccarmi. E, come te e tanti altri, continuo a soffrire. Come si dice dalle mie arti: che bischero....
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