Le particelle elementari - di Michel Houellebecq
Come forse avrete intuito, parlo di letteratura da ignorante, autodidatta, e poco preparato. Mi fido del mio intuito anche se non sono per niente sicuro di averne. Ho letto il primo libro di Houellebecq, Piattaforma nel centro del mondo, circa un anno fa, avendolo acquistato molti anni prima. Ne sono rimasto affascinato, e da poco mi sono cimentato con questo Le particelle elementari, dal quale fu tratto un film che mi piacque molto. Per prima cosa, c'è da dire che il film con il libro c'entra veramente poco; inutile dire che il libro è superiore. E' proprio diverso quello che la storia insegue. Oserei dire che è un libro di fantascienza.
Michel e Bruno sono fratellastri, accomunati da una madre che li abbandona, al pari dei padri, personaggi che rifuggono completamente le loro responsabilità e aiutati dalla ricchezza. I due poveretti crescono agli antipodi, come infanzia e diventano adulti completamente differenti. Michel si fa scappare l'amore della sua vita da sotto gli occhi, e dedica invece l'esistenza alla ricerca scientifica, diventando una persona esageratamente razionale che accantona i sentimenti del tutto. Bruno vive un infanzia piena di angherie in un collegio che devasterebbe chiunque, ma tutto sommato si riprende, diventando professore di lettere ma conservando una personalità al limite della normalità: infatti, gli istituti di igiene mentale sono sempre lì che lo aspettano, e lui spesso si ritrova a soggiornarvi, soprattutto a causa del suo rapporto ossessivo col sesso. Si ritrovano già adulti, e il loro rapporto proseguirà in maniera strana ma, in un certo qual modo, li aiuterà ad affrontare ciò che resta loro da vivere. Fin dall'inizio però, si intuisce che il narratore parla di loro per arrivare ad una conclusione molto più grande ed importante. Così sarà.
Credo che Houellebecq sia un filosofo, prima di essere uno scrittore, o un artista in generale. Anche se la storia della sua vita incide sempre fortemente nei suoi romanzi, la meta che persegue è sempre un passo più avanti. L'orizzonte dei suoi ragionamenti è da grande intellettuale, uno di quelli che ragione veramente di massimi sistemi, e soprattutto riflette davvero sul senso di questa vita. Ribadisco, come feci per Piattaforma, che la forma è relativamente importante, rispetto alla sostanza, anche se lo stridente contrasto tra il suo essere sbalorditivamente diretto in alcuni casi, come quando parla di sesso o di storia, e quando invece parla di scienza, risulta impegnativo ma stimolante.
Le riflessioni, che non solo scrive, ma che innesca, sono al tempo stesso intime e profonde, con una veduta sulla storia dell'uomo amplissima.
Probabilmente ne conosco pochi per giudicare, ma Houellebecq mi pare decisamente uno degli autori europei più interessanti che ci siano in giro.
Nessun commento:
Posta un commento