Sotto le bombe - di Philippe Aractingi 2008
Giudizio sintetico: da vedere
Libano, qualche giorno dopo il 14 agosto 2006, dopo il cessate il fuoco che segue i 34 giorni di bombardamenti israeliani sul Libano contro Hezbollah. E' in questi giorni che Zeina, una bella signora di origine libanese, ma che vive a Dubai, rientra in Libano passando per la Turchia. Sembra molto preoccupata, e appena sbarcata al porto di Beirut cerca un passaggio che la conduca verso sud. Zeina, scopriremo strada facendo (letteralmente), è alla ricerca della sorella e del figlio di 6 anni. Si sta separando dal marito, e per non far soffrire il figlio lo ha mandato dalla sorella, appunto, in Libano. Sfortunatamente, il Libano non è un posto tranquillo. Non ha notizie dei parenti da giorni, ed è alle soglie della disperazione. Nessun tassista pare disposto a percorrere le strade che portano al sud. Ma ce n'è uno che si offre: il suo nome è Tony, e sogna di emigrare in Germania col fratello per aprire un ristorantino etnico e raggiungere alcuni parenti. Lei è musulmana sciita, lui cristiano, lui più povero e lei senza grandi problemi finanziari, all'inizio c'è molta diffidenza, soprattutto da parte di Zeina.
Aractingi, franco-libanese, ha all'attivo un primo lungometraggio dal titolo Bosta, un musical che pare abbia avuto un enorme successo in Libano. Per il suo secondo film, ha fatto una scelta decisamente coraggiosa e inusuale: un instant movie, come dicono gli esperti. In pratica, il girato che vedete è effettivamente ripreso nei giorni che vi ho indicato nel riassunto della trama, nei giorni seguenti il cessate il fuoco (non rispettato da Israele nei primi giorni). Non solo. Le bombe che vediamo all'inizio (scene davvero forti, credetemi) sono vere, e pochi attori sono realmente attori: i due protagonisti, la receptionist dell'hotel e pochi altri. Tutti gli altri sono cittadini libanesi ripresi tra le macerie reali di quella guerra.
Il risultato è necessario quasi quanto definimmo a suo tempo la visione dell'eccezionale Paradise Now, seppur di inferiore qualità a livello di sceneggiatura. L'intensità della storia, del dolore, della paura, degli attori stessi, fa si che gli si perdoni l'elementarità e la semplicità di fondo. Il finale è degno, e l'equidistanza adottata dal regista ammirevole.
Superlativa la splendida protagonista, Nada Abou Farhat, bella di una bellezza mediterraneo/araba e profondamente brava nella sua intensità, divertente e toccante il suo "partner", il tassista Tony, interpretato da Georges Khabbaz.
Nota a margine e curiosità per appassionati: Nada Abou Farhat ha esordito con Aractingi nel già citato Bosta; nel cast c'era anche Nadine Labaki, protagonista e regista del meraviglioso Caramel. A parte il fatto chiaro che dal Libano arrivano bellissime donne, se nel giro di un anno abbiamo visto due film come questi, provenienti da lì, ci sono da aspettarsi grandi cose in futuro.
Operazione da premiare.
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