The Day After Tomorrow - L’alba del giorno dopo – di Roland Emmerich 2004
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: 'na 'atastrofe dé
Per effetto dello scioglimento di un enorme “pezzo” di Antartide, all’improvviso si scatena una glaciazione dell’intero emisfero nord del pianeta. Due climatologi se ne accorgono, e cercano di mettere in guardia il vicepresidente degli USA, che per tutta risposta li snobba.
Il difetto enorme di questo filmone catastrofista è di essere una classica “americanata” dove tutto è esagerato, con sottotrame un po’ insulse e romanzate, con un happy end mieloso; ma è innegabile la forza eversiva di una previsione non così lontana dalla realtà, dipinta, anche se grossolanamente, come un enorme contrappasso anti-USA (incredibile paradosso per un film che da lì viene).
La statua della libertà ghiacciata e semi-sommersa dalla neve, l’incrociatore russo alla deriva in una Manhattan inondata, tornado giganteschi che radono al suolo Los Angeles e spazzano via la scritta cartonata di Hollywood, il vicepresidente USA che ammette i suoi errori in diretta tv in “esilio” forzato, il Presidente che prima di morire in una tempesta cancella il debito dei paesi sudamericani e del terzo mondo (dopo che il Messico aveva chiuso le frontiere di fronte ai profughi provenienti dagli USA!!), i profughi USA che attraversano clandestinamente il Rio Grande.
Basta questo per rendere interessante un film, o almeno, l’idea di un film, nonostante i punti deboli citati poco prima.
Basta questo per rendere interessante un film, o almeno, l’idea di un film, nonostante i punti deboli citati poco prima.
2 commenti:
Damiano:
TITOLO VERNACOLO:
DOMALL'ALLTRO
:))
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