Palabras - di Corso Salani 2004
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Giudizio vernacolare: boia deli'ato dé
Corso Salani è un piccolo grande eroe del cinema indipendente italiano.
Anche discreto attore (qualcuno forse se lo ricorderà in "Il muro di gomma"su Ustica, o in "Nel continente nero", entrambi di Marco Risi), da tempo si è dato alla regia non tralasciando la recitazione, lavorando sempre a bassissimo budget, prediligendo location particolari (Isola di Capraia, Gibilterra, questa volta il Cile) e storie "normali", semplici.
I sentimenti e i rapporti interpersonali sono alla base di questo bel film, che purtroppo, come tutti gli altri suoi lavori, sarà distribuito poco e male (stavolta aggraverà la situazione la scelta, obbligata, di distribuirlo in lingua originale - spagnolo - con sottotitoli; del resto non c'era altra soluzione, visto che alcuni dei dialoghi sono in italiano - 3 dei protagonisti lo sono - e si intrecciano con lo spagnolo in alcuni frangenti).
Una madrilena trapiantata a Santiago del Cile, racconta alle sue due più care amiche della storia vissuta un anno prima; Salani alterna flashback veri e propri con simpatiche situazioni di semplice narrazione (altra ottima caratteristica del film), con le tre amiche nelle situazioni ordinarie di tutti i giorni che proseguono il racconto (Adela, la protagonista che racconta, e le due amiche, Natalia e Susana, che chiedono e partecipano).
Recitazioni spontanee, storia semplice che risulta avvincente, raccontata con semplicità e attenzione ai particolari, il film risulta delicato e testimonia la forza devastante dei sentimenti, la loro imprevedibilità, ma anche il fatalismo con il quale vanno giustamente affrontati.
Si esce dal cinema veramente arricchiti, anche se in realtà non si è scoperto niente di nuovo.
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