No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121211

Pensione Oskar

Pensionat Oskar - di Susanne Bier (1995)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)

Svezia. La famiglia Runeberg, marito, moglie e tre figli di varie età, vive vicino a Stoccolma, in un ordinato quartiere con casette a schiera, giardino e posto auto. Posto fisso, orari programmati, tra Rune e Gunnel è rimasto un grande rispetto, ma di sicuro la passione, se c'era, è rimasta un ricordo. E' soprattutto per cercare di ravvivare la fiamma, che Rune organizza una bella vacanza estiva di famiglia al mare, sull'isola di Gotland. Presso la Pensione Oskar, affittano un bungalow, partono riempiendo l'auto di tutto l'occorrente, e alla fine eccoli pronti per rilassarsi e divertirsi. Ma Rune, anziché dedicarsi alla famiglia e a Gunnel, da quando si incrocia con Petrus, un giocoliere che funge da uomo tuttofare alla pensione, non riesce a resistergli, e passa tutto il suo tempo in sua compagnia. Questa cosa, che lui capisce benissimo non giova alla situazione, anzi, la peggiora, però lo fa sentire come non si era mai sentito prima...

Il terzo lungometraggio per il cinema della regista danese, premio Oscar nel 2011 con In un mondo migliore (categoria miglior film in lingua non inglese), è una storia che sembra uscita dalla penna di un giovane David Leavitt, raccontata in maniera quasi grottesca. Il tono, anche delle recitazioni, è farsesco, fa molto ridere, ed alterna momenti di disperazione dei protagonisti che sembrano non poter resistere alle loro pulsioni, pur rendendosi perfettamente conto che non stanno agendo in maniera "rispettabile". Perfino la fotografia è talmente carica di toni grigi che risulta buffa da tanto non è credibile, ma in alcuni momenti impressiona. Si ride, a denti stretti, si prova pena per il protagonista. Nel cast tutti perfetti sconosciuti per noi, ma un paio di loro (Stina Ekblad, qui Gunnel, e Philip Zandén, qui il sovrintendente della pensione) li rivedremo speriamo prossimamente nel nuovo film della Bier, dal titolo provvisorio internazionale di All You Need Is Love.

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