No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20121228

you and me

Io e te - di Bernardo Bertolucci (2012)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)

Roma, oggi. Lorenzo è un quattordicenne di buona famiglia. Intelligente ma solitario, ha difficoltà a rapportarsi con i coetanei. Probabilmente per questo, è in analisi da uno psicologo. Per non farsi "dare il tormento" dalla madre, Lorenzo si fa dare i soldi per andare in settimana bianca con la scuola, ma in realtà, arrivato il giorno precedente la partenza, e quindi il termine ultimo per consegnare il denaro, lui se lo tiene, non lo consegna. Con questo denaro fa una spesa "mirata", prepara l'enorme cantina nelle fondamenta del palazzo dove abita con la famiglia, stampa una scenata per non farsi accompagnare fino al punto di ritrovo dalla madre, fa finta di avviarsi, poi attende, torna a casa, con uno stratagemma elude il portiere, e si trincera in quel luogo così lontano e così vicino, per una settimana. Pronto per una settimana in solitaria, se si escludono le pressanti telefonate della madre, Lorenzo rimane basito quando, nella cantina, irrompe Olivia. Quasi dieci anni più grande di lui, Olivia è la sua sorellastra; è la figlia di primo letto del padre, che lei odia al pari della madre di Lorenzo, lui per essersene andato, lei per averglielo portato via. Dice di essere lì per cercare delle cose sue, riposte in uno scatolone, ma in realtà non ha un posto dove andare. Inoltre, è in crisi di astinenza. Perché si, è una tossica.

Era stata una facile profezia la mia, quando ho letto il libro (omonimo) di Ammaniti dal quale è tratto questo film. Il problema, credo, è che Bertolucci ha un nome che spaventa i critici, e incute riverenza nel pubblico. Io e te, diciamocelo, è un filmetto. Non riesce a dare maggior spessore psicologico ad una storia ben raccontata, nel libro, e pure tragicamente amorevole (parte che Bertolucci taglia, a torto secondo me, eludendo la fine/inizio, e lasciando solo intuire qualcosa), non riesce a costruire due personaggi epocali, riprova a titillare la parte pruriginosa del pubblico con lo stesso, o quasi, metodo che aveva usato con The Dreamers (e che aveva fregato molti, ma non me), con tentazioni incestuose, affida la parte principale ad un assoluto debuttante (Jacopo Olmo Antinori nella parte di Lorenzo) che, secondo il mio modestissimo parere, si rivela una discreta delusione. Aggiungerei il fatto che la prima parte, quella "in superficie" per intenderci, si rivela decisamente mediocre anche a livello di fotografia, suscitando dentro di me la classica vocina di Stanis che dice "troppo italiano".
Sonia Bergamasco (la madre di Lorenzo) e Pippo Delbono (lo psicologo di Lorenzo) in parti marginali e poco significative, la bella sorpresa viene da Tea Falco (che è realmente anche una fotografa) nella parte di Olivia. Al debutto nel cinema, era apparsa in televisione ne Il giovane Montalbano ed ha una discreta esperienza teatrale; viso intrigante, mi ha ricordato Valentina Cervi (solo che Tea è bionda), e questo per me è un gran complimento.

2 commenti:

mazza ha detto...

senza il giudizio vernacoliere non mi vien voglia nemmeno di vederli sti film. sappilo.

jumbolo ha detto...

non siete mai contenti voi italiani