Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Nella Francia del 1820, il poeta ventenne Lucien de Rubempré viaggia dalla sua casa di provincia ad Angoulême a Parigi dopo una controversa relazione con una signora dell'alta società locale. È sensibile, idealista, bello e determinato a costringere il mondo letterario a prenderne atto. Contrariamente alle sue aspettative, tuttavia, scopre che deve sbarcare il lunario scrivendo recensioni teatrali scurrili e finisce per essere vincolato al mondo del giornalismo di basso livello. Su richiesta del suo capo volgare, Étienne Lousteau, Lucien soccombe completamente alla corruzione e al clientelismo, ottenendo ricchezza e prestigio solo a costo della sua integrità artistica e delle sue vecchie amicizie. In un ultimo tentativo di liberarsi dalla sporcizia divorante, viene distrutto dalla sua più grande debolezza, il suo desiderio di trascendere le sue basse origini e la sua nascita illegittima acquistando un titolo nobiliare. Anche questo si rivela illusorio e alla fine viene sconfitto e socialmente distrutto dal ciclo imperante delle "fake news", tornando a casa nella sconfitta e nell'oscurità. (Wikipedia)
Basato sulle prime due parti di Illusions perdues (1837–43) di Honoré de Balzac, questo film che potremmo definire "in costume" intendendo in realtà storico, non è affatto male. Detto dell'ottimo cast corale, fatto di vecchie ed esperte conoscenze ma anche di giovani molto in gamba, e di un poco di prevedibilità, la storia è moderna e la messa in scena dinamica e coinvolgente.
Based on the first two parts of Illusions perdues (1837–43) by Honoré de Balzac, this film that we could call "costume" meaning historical, is not bad at all. Given the excellent ensemble cast, made up of old and expert acquaintances but also very capable young people, and a little predictability, the story is modern and the staging dynamic and engaging.
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